Diritti

Nei segnaposto tutti “onorevoli” tranne lei. La protesta della deputata M5s Ciminnisi. Il sindaco minimizza: “Solo un errore”

Il caso a Mazara del Vallo. Il primo cittadino: "Non è misoginia". E la parlamentare dell'Ars replica: "La forma è sostanza, tradice un pensiero culturale sulle donne al potere"

Tutti “onorevoli” tranne lei, la deputata regionale del M5s Cristina Ciminnisi. Nei sedili riservati ad un convegno c’è una scritta che indica a chi sono assegnati, per i colleghi maschi c’è il titolo che precede il nome, non per lei che è l’unica donna tra i deputati regionali invitati al convegno. A denunciarlo è la stessa pentastellata sui social che però, invece di scuse istituzionali, ha incassato, manco a dirlo, una minimizzazione: “È stato solo un errore, farne un caso di misoginia mi pare esagerato”, ha detto il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci.

Succede ad un convegno nella città siciliana tra le più note per il mercato ittico, la tre giorni (dal 29 al 31 maggio) è organizzata dal comune in collaborazione con il ministero dell’Agricoltura, l’argomento è “migliorare l’approvvigionamento ittico nel Mediterraneo”. Vengono invitati esponenti politici tra cui 4 deputati regionali, tutti uomini tranne la pentastellata, e nel foglio che riserva la poltrona i nomi vengono tutti preceduti da “on.”, l’abbreviazione di onorevole, tranne che nel caso di Ciminnisi. “Non ho mai parlato di misoginia, ma di forma che è sostanza, che, come in questo caso, tradisce un pensiero culturale in cui le donne in politica sono ‘note a piè pagina di un mondo scritto da uomini per uomini’. Non è una questione personale, non ci tengono ai titoli, ma di certo sento la responsabilità del ruolo che ricopro e temo che episodi come questo siano frutto di una cultura che ancora oggi non riconosce ruoli professionali alle donne, che anzi sono costantemente sminuite”.

Ma per il primo cittadino non c’è “nessun caso”, il sindaco di Mazara del Vallo, eletto trasversalmente da più forze politiche, compresi M5s e Pd, spiega che si è trattato solo di “un’organizzazione tardiva, fogli stampati all’ultimo momento, da giovani, che poi erano ragazze, che hanno fatto semplicemente un errore: non voglio polemizzare, mi sono scusato privatamente con l’onorevole Ciminnisi, ma è stato semplicemente questo”.

Una minimizzazione che non è quel che si aspettava la deputata: “Mi sarei aspettata una sensibilità diversa. Non mi servono le scuse private, è importante che si capisca che non è una questione di principio ma culturale: il ruolo professionale delle donne viene sempre rimosso: adesso anche basta”, continua la pentastellata. Ciminnisi con il collega Luigi Sunseri ha presentato all’indomani del femminicidio di Sara Campanella un ddl sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole: “Mi rivolgo al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno: tiri fuori dal cassetto il nostro disegno di legge. È urgente prevenire la violenza di genere attraverso la cultura del rispetto e la formazione, con percorsi di educazione affettiva, sentimentale e sessuale nelle scuole siciliane, l’attivazione di sportelli psicologici negli atenei e la formazione continua per docenti, forze dell’ordine e operatori sanitari”. Per Ciminnisi “si continua ad ignorare la serietà di un contesto che rimuove il ruolo delle donne in contesti di potere: in quel “Cristina Ciminnisi”, senza On., c’è tutta la fatica di una donna che deve guadagnarsi due volte ciò che a un uomo basta incarnare. C’è la cultura che le dice: sei accettata, ma senza disturbare. Siediti pure, ma non alzare la voce e, soprattutto, la testa. Ma non parlo per me. Parlo per tutte le donne, parlo per il significato che questi gesti portano con sé, perché se ancora oggi, nel 2025, una donna che siede in Parlamento deve ricordare che il suo ruolo merita lo stesso rispetto di quello dei suoi colleghi uomini, allora abbiamo ancora tanta strada da fare”.