
Il Gip Angela Fantechi ha definito il giudizio nel procedimento abbreviato a carico del manager, condannato anche a cinque anni d'interdizione dai pubblici uffici per due episodi di peculato. Assoluzione per le accuse di malversazione
Si chiude per il momento con una condanna di primo grado a un anno e dieci mesi e l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Alexander Pereira, ex sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Il Gip Angela Fantechi ha definito il giudizio nel procedimento abbreviato a carico del manager nato a Vienna nel 1947 che ha diretto il Maggio Fiorentino dal 2019 al 2023, quando dovette dimettersi proprio per il clamore di questa vicenda.
Pereira viene condannato per due episodi di peculato specifici ricostruiti nell’indagine della pm Christine Von Borries, che aveva chiesto una condanna a 4 anni e 4 mesi. L’inchiesta era nata su impulso di segnalazioni da parte di consiglieri comunali di Fratelli d’Italia: ossia la spesa del trasloco, per circa 24.000 euro, e un biglietto del treno del costo di 60 euro.
Per altri dieci capi di accusa formulati dalla Procura, invece, Pereira è stato assolto con la formula perché il fatto non costituisce reato. Tra queste il rimborso di “incontri con sponsor a Salisburgo” , mentre si sarebbe trovato in vacanza a Palma di Maiorca. Un viaggio in taxi da 700 euro da Milano a Nizza. Altri 5mila euro di elicottero per fare da Zurigo a Gstaad, 180 chilometri in auto. Aveva preso in affitto un appartamento a S. Casciano in Val di Pesa di proprietà dell’amico Zubin Metha, presentato come una “sponsorizzazione” del Maggio, che invece non aveva visto un soldo. E dire che Pereira aveva uno stipendio “onnicomprensivo” di 240mila euro l’anno, il più alto per un dipendente pubblico e di gran lunga superiore a quello del sindaco Dario Nardella. La giudice lo ha inoltre condannato a versare una riparazione pecuniaria pari a 25.909 euro a favore della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino e 1.500 euro come risarcimento.
Pereira è invece stato assolto dall’accusa di malversazione, reato ipotizzato dalla procura per aver usato in modo improprio 35 milioni messi a disposizione dal Fondo governativo per la ripatrimonializzazione degli enti lirici: con quei fondi, per il pm l’ex sovrintendente avrebbe pagato stipendi e imposte anziché destinarli a rafforzare il patrimonio dell’ente. Le parti civili, ovvero il ministero per la cultura e la Fondazione Teatro del Maggio Musicale, avevano chiesto risarcimenti per danno d’immagine per quasi dieci milioni complessivi. Al termine dell’udienza, i legali di Pereira, gli avvocati Sigfrido Fenyes e Marianna Poletto, hanno espresso soddisfazione per la sentenza. “A fronte di pretese per oltre dieci milioni – hanno dichiarato – è stato disposto un risarcimento di 26.500 euro. Siamo soddisfatti”. In ogni caso si conclude così la sua avventura italiana, con una condanna per peculato e un biglietto di sola andata fuori dai pubblici uffici per i prossimi cinque anni. In attesa, ovviamente, di capire se la sentenza sarà impugnata da una delle parti.