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Femminicidi, Meloni: “Dobbiamo fare tutti di più”, Schlein: “Legge subito, mettiamo da parte lo scontro politico”

La presidente del Consiglio interviene sul caso di Martina Carbonaro ed esprime vicinanza alla famiglia: "Dobbiamo fare di più, tutti insieme". In un video social la segretaria del Pd ha detto: "La violenza di genere va fermata. Bisogna fare una grande battaglia culturale"

“Alla famiglia di Martina va il mio abbraccio, pieno di dolore e vicinanza. Alla Giustizia il compito di intervenire con la massima severità. Alle Istituzioni il dovere di non voltarsi dall’altra parte”. Sono le parole della premier Giorgia Meloni che commenta il femminicidio di Martina Carbonaro, 14 anni, uccisa a colpi di pietra dal 18enne che non voleva più frequentare. “Sono molti i provvedimenti che abbiamo approvato finora per tentare di fermare questo male, ma dobbiamo essere consapevoli che le norme non saranno mai sufficienti se non daremo vita ad una profonda svolta culturale e sociale. In questi anni dei passi in avanti sono stati fatti, ma evidentemente non basta. Dobbiamo fare di più, tutti insieme. Per Martina. Per tutte” scrive sui social la presidente del Consiglio definendo quello dell’adolescente “un delitto spietato, che colpisce nel profondo ogni genitore, ogni cittadino, ogni essere umano”.

Un appello e un richiamo alla responsabilità di tutti perché le donne continuano a morire sotto i colpi di ex, fidanzati, mariti, compagni, stalker. Oltre la 14enne, è stata uccisa Fernanda Di Nuzzo, 61 anni, maestra d’asilo uccisa dal marito. Due in tre giorni, ma sono 19 le donne uccise da inizio anno. Di queste sono 10 le vittime di femminicidio, ammazzate da ex o partner, secondo i dati del report trimestrale della Direzione centrale della polizia criminale, del Dipartimento della Pubblica sicurezza sugli omicidi volontari commessi nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 marzo 2025.

Ieri Elly Schlein, segretaria del Pd, aveva rivolto un appello a Meloni con un video pubblicato sui social: “Martina Carbonaro aveva 14 anni ed è stata uccisa a sassate dal suo ex, che poi l’ha nascosta in un armadio ad Afragola. Non possiamo più assistere a questa mattanza quotidiana di donne e di ragazze. La violenza di genere va fermata. Bisogna fare una grande battaglia culturale. E mi rivolgo ancora una volta alla presidente del Consiglio Meloni almeno si questo, almeno per il contrasto alla violenza di genere mettiamo da parte lo scontro politico e proviamo a far fare un passo avanti al Paese. Abbiamo lavorato sulla repressione ma non basta la repressione, serve la prevenzione. Dobbiamo fare una legge subito che introduca l’educazione al rispetto e alle differenze obbligatoria in tutte le scuole d’Italia, in tutti i cicli scolastici. Solo così interverremo prima che si radichi quell’idea violenta e criminale di diritto al possesso sul corpo della donna, sulla vita della donna. Mettiamoci ad un tavolo subito e discutiamo perché non possiamo continuare ad assistere a questa strage quotidiana”.

Oggi era intervenuta anche la presidente del Parlamento europea Roberta Metsola: “Il mio pensiero va alla famiglia e agli amici di Fernanda Di Nuzzo, maestra d’asilo uccisa ieri a Torino. La sua vita spezzata si aggiunge con dolore e rabbia a quella di tante, troppe donne vittime di femminicidio come Giulia Cecchettin. La presidente, che è in visita in Italia, ha spiegato che “il Parlamento europeo – ha spiegato – ha già adottato misure concrete contro la violenza di genere ma è chiaro che non è abbastanza. Continueremo a lavorare senza sosta per garantire che nessuna donna debba più temere per la propria vita”.

“Martina aveva 14 anni. Anche il suo assassino era giovanissimo. La diminuzione dell’età di chi uccide e di chi viene uccisa non è un dettaglio, è un segnale chiaro: dobbiamo intervenire prima” scrive, in un post su Instagram, la Fondazione Giulia Cecchettin, presieduta dal padre Gino. “Educare al rispetto – prosegue il testo – alle relazioni sane, ai confini. Nelle scuole, nei territori, ovunque crescano ragazze e ragazzi. Questo è il cuore dell’impegno della Fondazione Giulia Cecchettin: trasformare il dolore in prevenzione. Perché ogni giovane sappia amare senza ferire. E ogni ragazza possa vivere libera e al sicuro. Alla famiglia di Martina, la nostra più profonda vicinanza. In questo dolore indicibile, ci stringiamo a voi con rispetto e silenzio“.