
In una lettera alla commissaria all'Ambiente, il sindacato chiede un incontro: "La relazione del governo non può costituire base giuridicamente ammissibile per autorizzare l’opera"
Una lettera alla Commissione Europea per denunciare le “gravi criticità” attorno all’iter di approvazione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina e chiedere alla Commissione Europea di bloccare l’autorizzazione ai lavori. L’ha scritta alla Cgil alla commissaria europea all’Ambiente Jessika Roswall. La missiva, firmata dal segretario confederale Pino Gesmundo, chiede un intervento delle istituzioni europee dopo la relazione Iropi approvata dal Consiglio dei ministri e inviata a Bruxelles: la relazione, si legge, “non soddisfa le condizioni necessarie e sufficienti previste dal diritto comunitario e, pertanto, a nostro avviso, non può costituire base giuridicamente ammissibile per autorizzare l’opera”.
Per il sindacato – subito criticato dalla Lega – ci sono “gravi criticità tecniche, ambientali, normative e sociali connesse all’iter di approvazione del progetto”. E quindi viene richiesto “un apposito incontro per meglio chiarire tutti gli aspetti” e vengono evidenziati i motivi per i quali, a giudizio della Cgil, l’iter del progetto del Ponte non sarebbe conforme alle disposizioni europee e, nello specifico, “non soddisferebbe le stringenti condizioni” previste per la deroga alla Direttiva Habitat in materia ambientale e infrastrutturale. Deroga che permetterebbe l’autorizzazione di progetti o piani che possono causare danni alle zone speciali di conservazione della rete Natura 2000, ovvero alle aree di interesse comunitario destinate alla conservazione della biodiversità.
Innanzitutto è mancata “un’adeguata analisi delle alternative – scrive il sindacato – meno impattanti sull’integrità dei siti Natura 2000 interessati”, e non vi sono, come richiesto per la deroga alla Direttiva, “motivi riguardanti la salute umana, la sicurezza pubblica o effetti ambientali positivi di primaria importanza”. Inoltre, il progetto riporta una valutazione ambientale “incompleta e viziata”, con lacune non conformi alla normativa europea e in contraddizione con la strategia europea per una mobilità a zero emissioni. Infine, sono trascurati “rischi strategici e di sicurezza”: “La dichiarazione del ponte come infrastruttura di rilevanza militare, oltre a non essere suffragata da documenti ufficiali Ue o Nato, espone l’area dello Stretto a rischi specifici in caso di conflitti, aggravando le condizioni di sicurezza per oltre un milione di residenti nelle aree metropolitane coinvolte”.
Alla luce di tutto questo, scrive Gesmundo, “riteniamo non siano soddisfatte le condizioni per l’applicazione della deroga, che, come già evidenziato da soggetti pubblici competenti come l’Ispra, la procedura risulti viziata da carenze metodologiche sostanziali, e che la Commissione sia tenuta ad esprimere un parere formale vincolante”. Per il segretario confederale “la via scelta dal Governo delle deroghe alle regole nazionali ed europee in nome di un ‘imperativo interesse pubblico’ è completamente sbagliata per un intervento infrastrutturale di questa rilevanza. Solo pochi giorni fa – sottolinea – è dovuto intervenire il Presidente della Repubblica per respingere un provvedimento di deroga alle norme sui controlli antimafia per il Ponte di Messina, chiarendo che per esso valgono le regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”. Per tutto questo si sollecita “la sospensione dell’iter autorizzativo e l’apertura di una procedura formale di verifica di conformità del progetto alle disposizioni europee”.