Cronaca

Ritrovati due scheletri in una grotta di Roma. Il medico legale: “Potrebbero risalire a 30 anni fa”

La scoperta fatta da due speleologi amatoriali che, dopo essere scesi nella grotta sabato pomeriggio, hanno lanciato l'allarme. Non si esclude l'ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere

Due scheletri rannicchiati, probabilmente risalenti a 30 anni fa. È la macabra scoperta fatta per caso da due speleologi amatoriali che, sabato pomeriggio, si sono calati all’interno di una grotta a Roma, nel Fosso di San Leone a Vigna Murata. Dopo essere entrati da un accesso in via dei Carrozzieri, i due hanno acceso le luci dei caschi protettivi, illuminando quelli che sono apparsi senza alcun dubbio come resti umani. L’allarme è scattato solo intorno alle 19, quando erano già sulla via del ritorno per Milano, dove abitano.

A fornire una descrizione della scena sono stati i vigili del fuoco del nucleo Saf, scesi per primi nel tratto di grotta del ritrovamento. Sul posto anche diversi agenti del commissariato Esposizione, con i colleghi della Squadra Mobile e della Scientifica, oltre al medico legale che, dopo aver visionato gli scheletri, ha appurato lo stato di decomposizione, datandoli a circa una trentina di anni fa. L’idea della morte recente sembrerebbe rafforzata anche dalla perfetta conservazione dei denti, che fa anche pensare che si trattasse di due giovani. Tutte le ipotesi dovranno però essere confermate dalle analisi dell‘Istituto di medicina legale della Sapienza, a cui saranno sottoposti nei prossimi giorni. Nel frattempo la polizia, che ha effettuato un lungo sopralluogo, ha inserito tutte le foto scattate all’interno del fascicolo dell’inchiesta.

Stando a quanto ricostruito finora, chi indaga pensa che si potesse trattare di due senzatetto che usavano quella cavità come riparo. Tuttavia, questa teoria viene indebolita dalla natura impervia del luogo, come testimoniato dall’attrezzatura tecnica indossata dai due speleologi. Sono in corso anche le analisi di tutte le denunce di scomparsa datate a una trentina di anni fa, che potrebbero rivelarsi fondamentali per il riconoscimento dei corpi. Infine, non si esclude l’ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere, ma l’autore doveva essere molto esperto del luogo.