
"E' come se il monumento Costituzione si fosse sbriciolato e una volta tanto l'intoccabilità del sacro è stata violata..."
Le mani si alzano, sono circa 150 studenti di quinta superiore. Rispondono spontanei come fosse la cosa più ovvia: votare, che ci vuole?!
“Metà di voi ha mentito” rispondo “metà di voi rinuncerà a questo diritto.”
Silenzio, forse non l’hanno presa bene, forse hanno già capito, forse non ha importanza.
“Oggi la metà degli aventi diritto rinuncia a votare… son tutti uguali e non serve a niente… le più diffuse”.
Questa mattina si parla di Costituzione Italiana, argomento difficile, perché viene imposta come bellissima a prescindere, perché è la più bella del mondo e bla bla bla, perché la retorica della monumentalità l’ha resa un esempio praticato male, pessima eredità ai figli. “Sapete…” proseguo “Ogni volta che un vostro coetaneo sente dire che la Costituzione Italiana è la più bella del mondo… uno studente in Italia ha un prolasso”.
Silenzio, forse la parola prolasso è difficile, dovevo dire sbadiglio, meglio. E’ come se il monumento Costituzione si fosse sbriciolato e una volta tanto l’intoccabilità del sacro è stata violata.
Aspettano. Osservano. “La Costituzione non è bella, è fondamentale“. Mi guardano. “Quando la metà di voi rinuncerà a votare ricordate la storia delle 10 maestre marchigiane, quelle che nessuno ricorda, a parte Marco Severini che ne ha scritto nel 2012. Era il 1906, per dieci mesi 10 donne hanno avuto il diritto di votare, diritto poi negato da un giudice meno luminoso di chi l’aveva concesso, Lodovico Mortara. Ogni volta che rinunciate a praticare la vostra opinione siete complici di chi calpesta la Costituzione. Fra pochi giorni avete l’opportunità di esprimervi in un referendum. Votate quello che volete, ma fatelo, afferrate l’occasione di non rinunciare”.
150 studenti, a breve hanno la maturità, anche se quella vera comincia prima. Resto ottimista, malgrado chi rinuncia.