Politica

Elezioni comunali, alle 19 affluenza al 33,48%: in calo rispetto all’ultima tornata. A Ravenna alle urne solo il 28,4%, a Taranto il 32,2%

Al voto sono chiamati 2 milioni di cittadini di 117 comuni di Regioni a statuto ordinario, più altri 9 in Sicilia

Scende al 33,48% degli aventi diritto in calo, rispetto al 36,22% dell’ultima tornata, l’affluenza alle urne per il primo turno delle amministrative alle 19. Sono chiamati alle urne gli abitanti di 117 comuni di Regioni a statuto ordinario e altri 9 in Sicilia (regione a statuto speciale). I dati del Viminale pubblicati sul portale Eligendo mostrano che a Genova, unico capoluogo di regione al voto, i votanti sono stati il il 30,76% (furono il 32,05% l’ultima volta, ma si votò solo di domenica). A Matera l’affluenza è del 36,26%, in lieve calo rispetto al 37,74% del 2020. Più marcato il calo a Ravenna: 28,43% rispetto al 31,88. Giù anche Taranto che quota 32,25% contro l’ultimo 34,63%.

I ballottaggi si terranno l’8-9 giugno, in concomitanza con il voto sui cinque referendum abrogativi sul lavoro e la cittadinanza. Proprio in vista dell’appuntamento di giugno l’affluenza al primo turno delle amministrative viene seguita con particolare attenzione dal comitato promotore dei referendum: “Penso che se si raggiungesse il quorum vinceranno i sì”, è la previsione del segretario della Cgil, Maurizio Landini, in prima fila a sostegno della campagna referendaria.

La tornata amministrativa però in alcuni casi rappresenta anche una sorta di test per le coalizioni in vista delle elezioni regionali dell’autunno. Un esempio è sicuramente la sfida per la conquista del comune di Genova. A contendersi la fascia di primo cittadino sono Silvia Salis, sostenuta dal campo progressista in formazione extralarge (Pd, M5s, Avs, Azione ed Iv) ed il vicesindaco uscente Piero Piciocchi, appoggiato dal centrodestra.

Nelle altre grandi città chiamate alle urne la sfida per la poltrona di primo cittadino è molto più numerosa con le coalizioni tradizionali che in diversi casi corrono separatamente. E’ il caso di Taranto dove il campo largo si presenta diviso (Pd e Avs insieme a sostegno di Piero Bittetti) mentre il Movimento Cinque Stelle corre da solo appoggiando Angela Angolano, l’unica donna in campo. Nella città pugliese però si presenta diviso anche il centrodestra: Forza Italia e Fratelli d’Italia fanno il tifo per Luca Lazzaro mentre la Lega corre senza simbolo sostenendo il civico Francesco Tacente.

Pd, Avs ed M5s si dividono anche in Basilicata. A Matera il partito di Conte sostiene il sindaco uscente Domenico Bennardi mentre il sostegno di Dem e Avs è per Vincenzo Santochirico. Il centrodestra invece si presenta unito per Antonio Nicoletti.

A Ravenna, storica roccaforte rossa dove il centrodestra non si è mai affermato nella storia repubblicana, a contendersi la guida della città sono 7 sfidanti. Il campo progressista si presenta in formato extralarge per sostenere Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd. Mentre il centrodestra si spacca. La Lega sostiene Alvaro Ancisi, ribattezzato il decano dei candidati sindaci: classe 1940, in consiglio comunale dal 1966. Forza Italia e meloniani invece appoggiano Nicola Grandi, ex consigliere comunale della lista civica Viva Ravenna. Nella città romagnola torna sulla scheda anche il simbolo della Dc, unico partito a sostenere la corsa di Giovanni Morgese. Spazio anche alla cosiddetta sinistra extraparlamentare: Prc, Potere al Popolo e Partito Comunista Italiano sostengono l’unica donna in campo, Marisa Iannucci.