
Il vertice a Palazzo Chigi è stato sospeso, ma subito dopo il ministro Urso ha rivelato che la nuova convocazione sarà al ministero del Lavoro. Fim, Fiom e Uilm: "C'erano altri accordi"
È alta tensione sull’Ilva tra governo e sindacati. L’incontro convocato a Palazzo Chigi è stato ritenuto insoddisfacente dai rappresentanti dei metalmeccanici ed è stato sospeso visto il clima che viene definito “caldo” da diverse fonti. Già delusi da quanto emerso, i sindacati hanno appreso che la ripresa del vertice sarà lunedì – lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in Aula poco dopo – e la nuova sede individuata è il ministero del Lavoro, dove – con ogni probabilità – si parlerebbe solo dell’aspetto legato all’ulteriore nuovo aumento della cassa integrazione, già raddoppiata negli scorsi giorni.
Quanto è bastato perché arrivasse l’immediata precisazione: “Nel corso dell’incontro di oggi a Palazzo Chigi è stata convenuta la sospensione del tavolo sull’ex Ilva con aggiornamento all’inizio della prossima settimana in sede di tavolo permanente a Palazzo Chigi”, hanno scritto Fim, Fiom e Uilm. Il non detto è che, se quanto rivelato da Urso venisse confermato, si arriverebbe alla rottura. È in campo, infatti, l’ipotesi di disertare il tavolo se non dovesse essere cambiata la sede.
“Non abbiamo ricevuto risposte concrete sui temi che abbiamo posto come l’aumento ingiustificato dei numeri della cassa integrazione dopo l’incidente all’Afo 1, i tempi e le condizioni della cessione alla compagine azera, il ruolo dello Stato nella decarbonizzazione e nella futura società”, aveva già detto il segretario generale della Uilm Rocco Palombella dopo l’incontro sottolineando che alla ripresa del tavolo “ci aspettiamo che il governo si assuma le proprie responsabilità e indichi la strada da percorrere”. Stessa linea del leader della Fiom Michele De Palma: “Abbiamo posto questioni di continuità produttiva e occupazionale, il governo non è stato capace di dare risposte e per questo è stato necessario aggiornarsi alla prossima settimana”. Al ministero del Lavoro, dice Urso. Ma i sindacati non ci stanno.