
Da mesi tonnellate di cibo e generi di prima necessità destinati alla popolazione della Striscia sono bloccate in Egitto, mentre la popolazione di Gaza è alla fame
“È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza. Rinnovo il mio appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate”. Con queste parole Papa Leone XIV ha voluto rinnovare, al termine dell’udienza generale, il suo messaggio per la pace, in continuità con l’impegno di Bergoglio. Parole che in Israele non sembrano, però, avere alcun effetto perché anche quella passata è stata una notte di bombe e di morte nell’enclave palestinese. Sono almeno 82 le persone uccise nella Striscia nelle ultime 24 ore. La città di Khan Younis, riferisce Al-Jazeera, è stata colpita da oltre 20 raid su case nei quartieri delle zone est e sud, mentre nel pomeriggio l’artiglieria ha mirato sull’ospedale al-Awda, nel Nord. E mentre la comunità internazionale inizia a ipotizzare le prime ritorsioni contro Tel Aviv, anche sulle pagine del Washington Post compare un editoriale nel quale Israele, per la prima volta, viene definito uno “Stato paria“. Il governo Netanyahu, nel frattempo, non arretra: mentre proseguono ogni giorno i raid, il ministro della Difesa Israel Katz afferma che “tutto ciò che Hamas sta facendo ora” è prepararsi ad attaccare le comunità israeliane di confine vicino a Gaza
Intanto, continuano ad arrivare piccole novità sul fronte degli aiuti umanitari. Gli Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto un accordo con lo Stato ebraico per consentire l’invio di “aiuti umanitari urgenti” alla Striscia di Gaza assediata, secondo una dichiarazione diffusa dai media statali emiratini. Lo sceicco Abdullah bin Zayed, vice primo ministro e ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, “ha avuto una telefonata con Gideon Saar, ministro degli Esteri di Israele, che ha portato ad un accordo per consentire la consegna di aiuti umanitari urgenti dagli Emirati Arabi Uniti”, si legge nella dichiarazione pubblicata dall’agenzia di stampa ufficiale Wam. Come è noto, da mesi tonnellate di aiuti destinati alla popolazione della Striscia sono bloccate nei magazzini di Al-Arish, in Egitto, a pochi chilometri dal confine di Rafah, mentre la popolazione di Gaza è alla fame.
Medici Senza Frontiere accusa Israele di aver consentito l’ingresso di quantità di aiuti “ridicolmente insufficienti” a soddisfare le esigenze del territorio, semplicemente per evitare di essere accusata di “aver imposto la fame alla popolazione”. Il suo piano è “un modo per strumentalizzare gli aiuti, trasformandoli in uno strumento al servizio degli obiettivi militari delle forze armate israeliane”, ha affermato in una nota Pascale Coissard, coordinatrice delle emergenze di MSF a Khan Yunis.