Mondo

Sud Sudan, colpito l’ospedale di Medici Senza Frontiere: “Ci sono morti e feriti”

È la stessa organizzazione a rendere noto l'attacco - che ha causato la perdita di tutte le forniture mediche - con un comunicato

Medici Senza Frontiere (Msf) denuncia il bombardamento di uno dei suoi ospedali in Sud Sudan nelle prime ore di oggi. L’attacco ha causato la perdita di tutte le forniture mediche, oltre a morti e feriti. “Alle 4 del mattino di oggi, l’ospedale di Msf a Old Fangak, in Sud Sudan, è stato bombardato”, ha dichiarato l’organizzazione medica in un comunicato.

“La farmacia è stata distrutta. Tutte le forniture mediche sono andate perdute. Ci sono segnalazioni di morti e feriti”, si legge ancora. L’Ong ha fatto sapere che la bomba è stata sganciata da due elicotteri da combattimento attorno alle 4.30 locali, riducendo in cenere la farmacia. Poi l’attacco è andato avanti per circa 30 minuti sulla città di Old Fangak. Attorno alle 7 del mattino, poi, è stato bombardato anche il mercato del villaggio dove si contano 7 morti e 20 feriti.

“Alle 8 del mattino abbiamo assistito circa 20 feriti nel nostro ospedale di Old Fangak, di cui 4 in condizioni critiche. Ci sono segnalazioni di altri morti e feriti nella comunità. Un paziente e 2 operatori sanitari, tra cui uno dei nostri collaboratori che si trovavano già all’interno dell’ospedale, sono rimasti feriti nel bombardamento; i pazienti che non erano in condizioni critiche sono fuggiti dalla struttura”, ha dichiarato Mamman Mustapha, capomissione di Msf in Sud Sudan, sottolineando che l’attacco alla farmacia “compromette gravemente la nostra capacità di fornire cure” dato che lì erano conservate “tutte le nostre forniture mediche per l’ospedale”.

“Condanniamo con forza questo attacco, che è avvenuto nonostante la geolocalizzazione di tutte le strutture di Msf – compreso l’ospedale di Old Fangak – fosse stata comunicata a tutte le parti in conflitto. L’ospedale di Old Fangak è l’unico ospedale della contea di Fangak e serve una popolazione di oltre 110.000 persone”, ha sottolineato ancora, chiedendo alle parti in conflitto di proteggere i civili e le infrastrutture, compresi gli operatori sanitari, i pazienti e le strutture sanitarie. “Gli ospedali non devono mai essere presi di mira e la vita dei civili deve essere protetta”.

Il bombardamento avviene dopo la minaccia di attacchi nelle contee di Fangak e Leer da parte del capo dell’esercito Paul Majok Nang. Si tratta del secondo attacco contro una struttura di Msf nell’ultimo mese in Sud Sudan, dopo che l’ospedale di Ulang è stato saccheggiato da decine di uomini a mano armata il 14 aprile, privando l’intera popolazione della contea di Ulang dell’accesso all’assistenza sanitaria secondari