
L'attacco ha causato almeno 34 morti, tra cui due bambini. Meloni: "Violenze inaccettabili che contraddicono ogni reale impegno di pace". Von der Leyen: "Russia è tuttora l'aggressore"
Un lampo arancione poi il caos e la morte, compresa quella di due bambini. La Russia è tornata ad attaccare l’Ucraina nel giorno della domenica delle Palme. E lo ha fatto colpendo Sumy, una delle principali città del paese, a 40 chilometri dal confine, che in questi anni è stata ciclicamente colpita dai raid ma che finora è stata risparmiata dai combattimenti che stanno infuriando soprattutto in Donbass.
L’attacco missilistico, avvenuto nella mattina di domenica 13 aprile, ha marchiato col sangue le strade della città: 34 i morti finora accertati, tra cui due bambini, secondo le informazioni fornite dal servizio statale di emergenza. Centinaia i feriti. “Solo un bastardo potrebbe comportarsi così”, ha commentato duro il presidente ucraino, Volodymir Zelensky, pubblicando anche sui canali social le immagini, strazianti, della distruzione post attacco. Un monito anche a tutti gli sforzi diplomatici in corso per arrivare almeno a un cessate il fuoco. Proprio pochi giorni fa l’inviato statunitense Steve Witkoff aveva incontrato Vladimir Putin a Mosca per provare a strappare allo zar il sì ad una tregua parziale
Ma Zelensky non è stato il solo a intervenire. Le condanne sono arrivate trasversalmente dalle forze politiche europee e anche dagli Stati Uniti che, tramite l’inviato speciale di Donald Trump per la Russia e l’Ucraina, Keith Kellogg, hanno parlato di un attacco che ha “superato i limiti della decenza”. Anche la portavoce ad interim della Nato, Allison Hart, esprimendo la sua vicinanza al popolo ucraino, e ricordando che l’attacco è stato fatto “in un giorno sacro per molti”, ha parlato di “scene orribili dal centro di Sumy”. Così come l’ambasciatrice Ue a Kiev, Katarina Mathernova che ha sottolineato: “Due missili balistici hanno colpito il centro della città. Proprio mentre i fedeli si riunivano per la messa della Domenica delle Palme! Un altro di una serie di crimini di guerra“. Un raid definito “barbaro” da Ursula von der Leyen che ha invocato, definendole “urgentemente necessarie”, “misure forti per imporre un cessate il fuoco”. “Questa ultima escalation è un triste promemoria: la Russia era ed è tuttora l’aggressore, in palese violazione del diritto internazionale – ha ricordato – L’Europa continuerà a tendere la mano ai partner e a mantenere forti pressioni sulla Russia fino a quando non cesserà lo spargimento di sangue e non sarà raggiunta una pace giusta e duratura, alle condizioni dell’Ucraina”. Durante la giornata è poi intervenuta anche la premier italiana, Giorgia Meloni, che ha parlato di “orribile e vile attacco russo” e ha condannato “con fermezza queste violenze inaccettabili, che contraddicono ogni reale impegno di pace, promosso dal presidente Trump e sostenuto convintamente dall’Italia, insieme all’Europa e agli altri partner internazionali”.
A ricordare la gravità dell’attacco, avvenuto a strade piene vista la domenica delle Palme, è stato proprio il presidente ucraino che sui social ha ricordato: “I missili nemici colpiscono una normale strada cittadina, la vita di tutti i giorni: case, istituti scolastici, auto in strada… E questo avviene in un giorno in cui le persone vanno in chiesa: la Domenica delle Palme, la festa dell’ingresso del Signore a Gerusalemme”.
I missili, secondo quanto ha ricostruito l’intelligence di Kiev, sono stati lanciati dalle regioni di Voronezh e Kursk: erano due Iskander, che si sono abbattuti intorno alle dieci del mattino nell’area dell’Università della città nel nord-est dell’Ucraina. Il primo missile si è schiantato contro un centro congressi dell’ateneo, il secondo ha centrato un filobus a circa 200 metri di distanza. I missili non hanno causato solo morti ma anche numerosi danni a edifici, tra cui degli istituti scolastici, negozi e automobili.
I nuovi attacchi russi nelle regioni di Sumy e Kharkiv preoccupano Kiev. Da settimane infatti, secondo l’Ucraina, Putin, oltre alla zona del Donbass, avrebbe in mente di lanciare un’offensiva anche nel nord per costituire una sorta di zona cuscinetto a protezione del vicino Kursk, ancora in parte occupato dalle truppe ucraine. Anche per questo Zelensky dopo l’attacco ha lanciato un nuovo appello agli alleati dell’occidente, chiedendo una “forte risposta mondiale. Gli Stati Uniti, l’Europa, tutti nel mondo che vogliono porre fine a questa guerra e a queste uccisioni. La Russia vuole esattamente questo tipo di terrore e sta prolungando questa guerra”. “Senza pressione sull’aggressore, la pace è impossibile – ha proseguito il presidente – I colloqui non hanno mai fermato la balistica e le bombe aeree. Abbiamo bisogno di un atteggiamento nei confronti della Russia che un terrorista merita. Grazie a tutti coloro che sono con l’Ucraina e ci aiutano a proteggere la vita”.