Calcio

Ti ricordi… Quando Mino Raiola portò al Padova Michel Kreek e un pezzo di Chips Generation

LA RUBRICA - Era il novembre del 1994 quando i veneti allenati da Sandreani acquistarono dall'Ajax il centrocampista che contribuì a una incredibile salvezza contro il Genoa

Il lavoro grosso lo fa Balleri sulla destra: un bel dribbling e il cross al centro, Kreek deve solo tirare in porta, lasciato libero al centro dell’area di far gol e chiudere la partita contro il Brescia. Secondo di quattro gol consecutivi segnati trent’anni fa, di questi tempi per Michel Kreek, olandese prodotto delle giovanili dell’Ajax e offerto al Padova da un giovane e pittoresco agente alle prime armi, Mino Raiola, nel mercato di novembre del ’94. Kreek risulterà decisivo per la salvezza del Padova di Sandreani, segnando di lì a poco il gol vittoria alla Juve, con una punizione all’incrocio, e alla Lazio di Zeman, garantendo anche in quel caso la vittoria ai veneti. Storia classica, quasi noiosa: Kreek entra a otto anni nelle giovanili dell’Ajax. È un classe 1971, e dunque parte di quella che Leo Benhakker definirà “De Patatgenaratie”, ovvero la generazione “Patatine fritte”, giovani di assoluto talento ma troppo pigri secondo il mister. Pigri o no, la Chips Generation, che oltre a Kreek annoverava Brian Roy, i fratelli De Boer, Richard Witschge, Vink Marciano, arriverà nel 1992 ad essere parte di quella squadra che vincerà la Coppa Uefa contro il Torino: in entrambe le gare di quella finale Michel fu schierato titolare da Van Gaal.

Questo nonostante un rapporto non proprio idilliaco: il mister lo vorrebbe terzino sinistro, Michel vuole giocare a centrocampo, non gli piace granché correre dietro agli avversari ma preferisce attaccare. Entrano in rotta di collisione e con la Serie A che allora è l’Eldorado calcistico è Mino Raiola a creare l’affare: lo propone al Padova di Giordani, il prezzo di circa due miliardi è appetibile per un calciatore con esperienza internazionale e già campione d’Europa e due volte campione d’Olanda. Michel accetta nonostante arrivi a novembre in una squadra che ha solo cinque punti in classifica: e pronti via regala subito un gol nella vittoria casalinga contro il Brescia, sebbene di quella domenica il gol da ricordare in casa padovana sia il secondo, quello di Coppola da centrocampo. Il Padova con Kreek lotta, alternando vittorie importanti, come quella contro l’Inter a sconfitte e pareggi che gli consentono di non perdere mai il contatto con la zona salvezza. Kreek con gol e assist per il compagno di reparto Vlaovic conquista anche un posto in nazionale, in un’amichevole contro il Portogallo.

Il girone di ritorno comincia bene, con tre vittorie consecutive contro Torino, Bari e Napoli che allontanano la zona calda, ma tre sconfitte di seguito contro Milan, Fiorentina e Foggia fanno ritornare i veneti in basso, e il calendario non aiuta visto che dopo il Brescia ci sono Juve, Lazio e Roma. Kreek segna col Brescia, regala l’insperata vittoria contro la Juventus e poi si ripete contro la Lazio. Alla fine del campionato il Padova si ritrova a pari punti contro il Genoa al quart’ultimo posto: si deciderà con lo spareggio di Firenze chi scenderà in B. Il Padova va in vantaggio ed è proprio Kreek a servire a Vlaovic l’assist decisivo, ma Skhuravy pareggia poco dopo. I tempi regolamentari si chiudono sull’uno a uno e sono i rigori a decidere la sfida: Gaetano Fontana sbaglia per i veneti, Marcolin e Galante per i liguri. Il rigore decisivo tocca a Kreek, che segna e regala un altro anno di A al Padova. Un anno che non sarà positivo per i biancorossi che retrocederanno, con Michel però che si impegnerà fino all’ultimo per la causa di quella città che l’aveva adottato.

L’esperienza italiana gli regala notorietà anche in un’altra chiave, quando il mitico Carletto Mazzone citando una sua azione dirà “Se quer tiro de Screcca…”, venendo ripreso dalla Gialappa’s e diventando virale. Passerà al Perugia, giocando un buon campionato e segnando anche una doppietta contro il Cagliari, ma l’annata si concluderà con una nuova retrocessione. Tornerà in patria allora, diventando un punto fermo del Vitesse per cinque anni: in chiusura di carriera giocherà nell’Aek Atene e poi nel Willem II. Poi entrerà nello staff dell’Ajax: nelle giovanili assieme a diversi ex compagni di “Patatgeneratie”, soprattutto con De Boer che seguirà anche all’Inter. Oggi è responsabile dei prestiti per i lancieri: e chissà che non coni per loro un nuovo termine alla Benhakker.