
Nei giorni scorsi il flash mob di ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera sulla spiaggia di Via Detta Innominata a San Giovanni a Teduccio
Di Legambiente
“In 27 anni nel SIN di Napoli Est bonificato appena il 4,7% del territorio e lo 0% di falde. Qui ambiente e salute sono stati avvelenati da inquinamento, idrocarburi e metalli pesanti. Si accelerino le bonifiche di terreno e falde garantendo il pieno rispetto degli impegni assunti nel nuovo Accordo di programma del 2022 e la partecipazione della comunità locale in tutte le fasi decisionali su bonifiche e riconversione industriale”. A chiederlo a gran voce sono ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera con il flash mob organizzato nei giorni scorsi sulla spiaggia di Via Detta Innominata a San Giovanni a Teduccio (Na), in occasione dell’ultima tappa della loro campagna nazionale “Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato” con cui in questi mesi hanno viaggiato lungo la Penisola in alcuni luoghi simbolo di ingiustizia ambientale e sociale: Casale Monferrato (AL), Taranto, Marghera (VE) Augusta-Priolo-Melilli (SR), Terra dei Fuochi (CE), Brescia, Napoli Est.
Nella periferia orientale di Napoli 829 ettari di terreni posti in zona ex-industriale e 448 ettari di mare contaminati attendono da 27 anni di essere bonificati. I numeri sullo stato di “non avanzamento” delle bonifiche parlano chiaro: in 27 anni degli oltre 800 ettari perimetrati, appena il 4,7% del terreno e l’0% delle falde sono stati bonificati, così come non c’è alcun dato ad oggi sulla bonifica del mare che continua ad essere negato a Napoli Orientale così come a Bagnoli. Occorre accelerare il processo di bonifica nel SIN di Napoli Est con un’attenta pianificazione e programmazione, ma anche con adeguate competenze tecniche, una capacità di sviluppo delle amministrazioni interessate; senza dimenticare che nel processo di bonifica e riconversione è fondamentale coinvolgere la comunità locale con assemblee pubbliche e tavoli di lavoro aperti ai residenti. Bisogna bonificare e costruire una nuova identità per Napoli Orientale, affermando un nuovo diritto alla città che sa mettere al centro salute, ambiente e lavoro dignitoso. Innovazione ambientale e sociale possono essere le chiavi per accelerare la transizione ecologica anche a Napoli Est, culla già di esperienze importanti come il Campus di San Giovanni a Teduccio, un polo tecnologico avanzato dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Sul fronte delle bonifiche, sono sei gli interventi centrali indicati dalle associazioni, e riassunti nel patto di comunità, che occorre mettere in campo per dare un nuovo futuro al SIN di Napoli Est, trasformandolo da polo di degrado a modello di innovazione ambientale e sociale.