
E' accaduto vicino all’ospedale Nasser a Khan Younis, nel sud della Striscia. Hamas spara 10 razzi, il premier: "Rispondere duramente"
Almeno 10 civili sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti nelle prime ore di oggi ne raid aerei israeliani in diverse zone di Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, mentre altri media della Striscia parlano di 17 vittime. Due persone sono state uccise la notte scorsa in un attacco che ha colpito la tenda dell’agenzia giornalistica Palestine Today e una casa vicino al Nasser Medical Complex a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Nell’attacco sono rimasti feriti almeno altri sette giornalisti – tra cui un cronista che lavora per la Bbc e un cameraman di Al Jazeera -, due dei quali sono in condizioni critiche. Il Palestinian Journalists’ Syndicate “condannato fermamente, nei termini più duri, questo massacro spaventoso, che è costato la vita al giornalista Helmi Al-Faqaawi (Palestine Today TV), a seguito del bombardamento della tenda che ha preso fuoco”. “Nel frattempo – aggiunge l’organizzazione -, i giornalisti Ahmad Mansour, Hassan Islayeh, Ahmad Al-Agha, Mohammad Fayeq, Abdullah Al-Attar, Ihab Al-Bardini, Mahmoud Awad, Majed Qudeih e Ali Islayeh rimangono in condizioni estremamente critiche. Il numero totale di giornalisti feriti ha raggiunto quota nove”.
Nell’attacco è rimasto ferito anche Hassan Eslajah, il giornalista che la mattina del 7 ottobre 2023 era entrato con i terroristi in Israele documentando l’assalto. “Durante il massacro, ha documentato e caricato sui social filmati di saccheggi, incendi e omicidi”, afferma l’Idf. Eslaiah aveva perso alcune collaborazioni con i media internazionali dopo che una sua foto sui social era diventata virale: nell’immagine il defunto leader di Hamas Yahya Sinwar lo abbracciava baciandolo.
Le operazioni militari delle Israel Defense Forces proseguono senza sosta. L’esercito israeliano domenica sera ha ordinato ai palestinesi di evacuare diversi quartieri di Deir al-Balah, nella parte centrale dell’enclave, poco dopo che circa 10 razzi sono stati sparati da Gaza, il più grande sbarramento dal territorio da quando Israele ha ripreso la guerra. L’esercito ha affermato che circa cinque sono stati intercettati. Il braccio militare di Hamas ha rivendicato la responsabilità. La polizia ha affermato che un razzo è caduto nella città di Ashkelon e frammenti sono caduti in diverse altre aree. Il servizio di emergenza Magen David Adom ha affermato che un uomo è rimasto leggermente ferito. Benjamin Netanyahu ha parlato telefonicamente con il ministro della Difesa Israel Katz. Secondo quanto riferito dal suo ufficio, il premier ha ordinato a Katz di rispondere duramente ad Hamas e ha approvato il proseguimento “delle intense operazioni militari a Gaza”.
L’intenzione di Netanyahu era quella di volare a Washington la prossima settimana, dopo il rientro dall’Ungheria e lo schiaffo alla Corte penale internazionale di Viktor Orban che lo ha accolto con tutti gli onori, sfidando il mandato di arresto dell’Aja. Ma mentre il premier israeliano era a Budapest, una telefonata con Donald Trump ha stravolto i piani. Il primo ministro, senza rientrare in Israele, è partito per gli Usa domenica stessa dall’Ungheria. Un alto funzionario israeliano, in viaggio con lo staff del premier, ha riferito ai giornalisti che la delegazione “non ha idea di che cosa il presidente Usa voglia parlarci, e perché sia così urgente e importante per lui. Pensavamo a un incontro la prossima settimana…”. I dossier urgenti nell’agenda israeliana li ha elencati lo stesso ufficio di Netanyahu: dazi, ritorno degli ostaggi, relazioni tra Israele e Turchia, minaccia iraniana e azioni contro la Cpi. Se corrispondano a quelli del presidente Usa si sarebbe dovuto capire durante le dichiarazioni congiunte previste dopo l’incontro alla Casa Bianca, ma la conferenza stampa è stata annullata all’ultimo, scrive France Presse, senza rilasciare altre spiegazioni.
Sul fronte della Striscia, intanto, i raid israeliani non si fermano. Solo nella giornata di domenica l’aeronautica di Tel Aviv ha lanciato diversi attacchi provocando, secondo la protezione civile di Hamas, 44 morti. Secondo Hamas, le forze israeliane hanno ucciso 490 bambini palestinesi nella Striscia negli ultimi 20 giorni. Si tratta di “uno dei crimini più orribili contro l’umanità nei tempi moderni”, si legge in un comunicato. “Negli ultimi venti giorni, Israele ha commesso uno scioccante atto di genocidio contro l’infanzia, con 490 bambini martirizzati in una serie di attacchi barbarici. Questo porta il numero totale di martiri durante questo periodo a 1.350”, conclude la milizia. Il cessate il fuoco nell’enclave sarà al centro del summit del 7 e 8 aprile al Cairo a cui prenderanno parte il presidente egiziano Al Sisi, quello francese Emmanuel Macron e il re di Giordania Abdallah.
La Mezzaluna Rossa Palestinese, intanto, ha chiesto l’istituzione di una commissione internazionale d’inchiesta indipendente “per accertare i fatti e ritenere responsabili i colpevoli” riguardo l’attacco alle ambulanze da parte delle truppe israeliane del 23 marzo scorso a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, che ha portato alla morte di 15 operatori umanitari. “Siamo ormai abituati alle false accuse e alle storie inventate da Israele riguardo a quello che accade nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato il presidente dell’organizzazione, Younis al-Khatib, in una conferenza stampa a Ramallah. “Non è più sufficiente parlare di rispetto del diritto internazionale e della Convenzione di Ginevra,” ha dichiarato al-Khatib, “è ora necessario che la comunità internazionale e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu attuino le misure necessarie contro tutti i responsabili”, ha aggiunto. “È stata effettuata un’autopsia sui martiri della Mezzaluna Rossa e delle squadre di difesa civile – ha concluso -. Non possiamo rivelare tutto ciò che sappiamo, ma dirò che tutti sono stati colpiti nella parte superiore del corpo, con l’intento di uccidere“.