Politica

Dl sicurezza, Magi (+Europa) lancia il referendum: “Dal governo forzatura inaudita, le opposizioni si uniscano”

Il segretario di +Europa si dice pronto ad avviare la raccolta firme: "Questo decreto è un colpo letale al ruolo e alla dignità del Parlamento"

Il decreto Sicurezza non è ancora in vigore, ma c’è chi già lavora al referendum per cancellarlo. A lanciare la mobilitazione è Riccardo Magi, deputato radicale e segretario di +Europa, che si dice pronto a depositare la richiesta in Cassazione e avviare la raccolta firme già nei prossimi giorni, appena il testo – approvato venerdì dal Consiglio dei ministridiventerà legge con la firma del presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Il deputato fa sapere di aver già iniziato a sondare i leader delle altre forze di centrosinistra: l’obiettivo, spiega al fattoquotidiano.it, è creare un comitato “che unisca tutte le opposizioni e vada oltre”, coinvolgendo associazioni e sindacati, sul modello già sperimentato nella campagna per il quesito contro l’autonomia differenziata (poi dichiarato inammissibile dalla Consulta). Magi definisce “inaudito nel metodo e nel merito” il provvedimento del governo, che introduce 14 nuovi reati e nove aggravanti, trasformato all’improvviso da ddl in decreto legge dopo un anno e mezzo di discussione parlamentare: “Non è normale e non possiamo abituarci, è un precedente gravissimo. Un decreto legge in materia penale è già di per sé una stortura, qui poi siamo in presenza di una sorta di decretoomnibus“, dalla portata ottusamente e irragionevolmente repressiva”, attacca.

Magi definisce il decreto “certamente incostituzionale per la palese mancanza dei requisiti di necessità e urgenza“: “L’unica urgenza per la maggioranza era superare le resistenze della Lega, che rifiutava di modificare il testo come chiesto dal Quirinale”, attacca. Alcuni piccoli aggiustamenti di facciata sono stati fatti in Consiglio dei ministri, ma l’effetto, denuncia il deputato, è sostanzialmente nullo: nel testo infatti sono rimaste intatte le norme-bandiera di stampo repressivo come il divieto di vendita e consumo di cannabis light, il carcere fino a due anni per i blocchi stradali e la possibilità di far scontare la pena in carcere alle condannate incinte o madri di bimbi piccolissimi. “Questo decreto è un colpo letale al ruolo e alla dignità del Parlamento”, sottolinea Magi. “Confidiamo in un sussulto di intransigenza delle Camere in sede di conversion, e siamo certi che il presidente della Repubblica indichi all’esecutivo le enormi criticità che questo intervento normativo presenta nel merito e nel metodo sotto il profilo delle garanzie costituzionali. Ma siamo pronti a depositare nei prossimi giorni la richiesta di referendum abrogativo”.