Cronaca

Roma, sparò e uccise un ladro: vigilante arrestato per omicidio volontario. Il gip: “Caccia all’uomo, si è atteggiato a giustiziere”

Decisive le immagini riprese da una telecamera di videosorveglianza, che, secondo il giudice, escludono "la presenza di qualsiasi forma di legittima difesa"

È stato arrestato per omicidio volontario Antonio Micarelli, la guardia giurata che lo scorso febbraio sparò a un ladro in un condominio su via Cassia a Roma, uccidendolo. I carabinieri questa mattina hanno eseguito l’ordine di custodia cautelare su disposizione del gip. A incastrare il vigilante le immagini riprese da una telecamera di videosorveglianza, che, secondo il giudice, escludono “la presenza di qualsiasi forma di legittima difesa”. L’episodio risale a inizio febbraio, quando una banda di ladri si introdusse in un appartamento al primo piano, arrampicandosi dal balcone. All’interno c’era una donna, mentre i rapinatori cercavano di forzare la cassaforte con arnesi da scasso. I rumori avevano insospettito i condomini, tra cui Micarelli, che in quel momento rientrava a casa e si trovava nel cortile. Alla vista del vigilante, i rapinatori tentarono la fuga: due si lanciarono dal balcone, mentre altri scapparono dalle scale. Micarelli, nel tentativo di fermarli, sparò una decina di colpi di pistola. Alcuni proiettili furono esplosi anche quando i ladri erano già in fuga. Uno dei colpi colpì alla testa un 24enne di origine romena, Antonio Ciurciumel, che aveva già scavalcato un cancello. Il giovane morì in ospedale.

“Antonio Micarelli ha esploso i colpi all’indirizzo di Antonio Ciurciumel con un preciso fine omicidiario“, scrive la gip Rosalba Liso nell’ordinanza di custodia cautelare. L’indagato, sottolinea, “si è atteggiato a giustiziere puntando l’arma contro i rapinatori, sino a colpirne mortalmente uno”: “L’esito dei fotogrammi”, peraltro, sconfessa la sua versione “secondo la quale i colpi sarebbero stati da lui esplosi per difendersi” da un’aggressione con la mazza ferrata e da un tentativo di investimento con l’auto da parte dei ladri: le immagini “restituiscono un uomo con un braccio ben teso verso l’obiettivo, lo sparo avviene a breve distanza tra lo sparatore e la vittima e vengono esplosi in totale ben dieci colpi. A nulla”, aggiunge, “rileva il successivo soccorso prestato alla vittima, atteso che Micarelli, al fine di gestire la tragica situazione in modoriservato“, anziché chiamare immediatamente i soccorsi e l’ambulanza, chiamava il medico del condominio di sua conoscenza, cui raccontava una personale narrazione degli eventi e si premurava di chiamare un avvocato”.

“Il fatto che Micarelli abbia sparato non a un soggetto qualsiasi, ma a dei malviventi che avevano appena compiuto una rapina, non è sufficiente per escludere il pericolo di reiterazione” del reato, “in quanto l’uomo non si limitava a sparare dei colpi in aria per allontanarli, ma si lanciava senza scrupoli di sorta in una vera e propria caccia all’uomo“, prosegue l’ordinanza. “Queste circostanze sono ancora più gravi”, sottolinea la gip, “solo che si consideri la professione di guardia giurata svolta dall’indagato, che bene dovrebbe conoscere le responsabilità gravanti su chi è autorizzato a portare un’arma da fuoco e non dovrebbe farne uso per cercare di togliere la vita a qualcuno, se non nei casi in cui ciò si riveli assolutamente necessario. Una reazione del genere, evidentemente sproporzionata e totalmente priva di qualsiasi autocontrollo, denota la mancanza della più naturale forma di rispetto che si dovrebbe nutrire per qualsiasi vita umana ed è indicativa di un’indole spregiudicata ed estremamente pericolosa, dinanzi la quale si deve ritenere che la custodia in carcere sia l’unica misura idonea a salvaguardare le esigenze cautelari”.