
Nelle intenzioni di Pechino, il progresso del Pil dovrà essere accompagnato dalla creazione di 12 milioni di nuovi posto di lavoro. L'obiettivo per l'inflazione è indicato al 2% (dallo 0,2% di quest'anno), il livello più basso dal 2003
La Cina punta a raggiungere crescita economica del 5% nel 2025, confermando il target dello scorso anno e del 2023, nonostante le montanti tensioni commerciali con Stati Uniti. Nelle intenzioni di Pechino, il progresso del Pil dovrà essere accompagnato dalla creazione di 12 milioni di nuovi posto di lavoro. L’obiettivo per l’inflazione è indicato al 2% (dallo 0,2% di quest’anno), il livello più basso dal 2003. Quello per il deficit è fissato al 4% del Pil (dal 3%). Sono le cifre chiave contenute nel rapporto annuale che il premier Li Qiang presenta al Congresso nazionale del popolo.
Sono obiettivi piuttosto ambiziosi. Il Fondo monetario internazionale si attende quest’anno una crescita cinese del 4,6%, in frenata rispetto al 2024. Un sondaggio svolto dall’agenzia Bloomberg tra 77 analisti indica che l’economia cinese crescerà solo del 4,5%. Li Qiang ha annunciato i target all’indomani dell’entrata in vigore di un’ulteriore tariffa americana del 10% su tutto l’import cinese, a cui Pechino ha reagito con dazi del 10-15% sui prodotti agricoli statunitensi e con una stretta a danno di 25 aziende Usa.
“Un ambiente esterno sempre più complesso e severo potrebbe esercitare un impatto maggiore sulla Cina in settori quali commercio, scienza e tecnologia”, ha ammesso il premier. “La crescita economica globale manca di slancio, l’unilateralismo e il protezionismo sono in aumento, il sistema commerciale multilaterale sta subendo interruzioni e le barriere tariffarie continuano ad aumentare. La Cina si opporrà a unilateralismo e protezionismo in tutte le forme”, ha detto. usando una formula assente nel testo dell’anno scorso.
Per sostenere la crescita Pechino ha messo in conto un forte incremento della spesa pubblica. I sussidi ai consumatori saliranno di 300 miliardi di yuan, a 1.300 miliardi (180 miliardi di euro circa). Altri 500 miliardi andranno a rafforzare il capitale nelle banche statali. alle prese con la debole domanda di credito. Quanto agli enti locali, la quota di bond speciali da emettere è di 4.400 miliardi, 500 miliardi in più del 2024. Oltre all’impegno a stabilizzare il mercato immobiliare, la relazione del premier ha sottolineato la necessità di un sostegno alla debole domanda interna.
Aumentare con vigore “i consumi” sarà la priorità dell’anno, invece degli “sforzi per la modernizzazione del sistema industriale” sottolineati nel 2024. La parola “consumo” è menzionata 27 volte nel documento, il numero più alto in almeno un decennio. Al contrario, “sviluppo di alta qualità”, uno slogan che rappresenta la spinta di Xi Jinping a incrementare la produzione ad alta tecnologia, è stato utilizzato meno rispetto all’anno scorso. Li ha elencato alcuni interventi per migliorare il welfare sociale, tra cui l’aumento delle pensioni e dei sussidi pubblici per l’assicurazione medica. Sono stati promessi, inoltre, sostegni per l’assistenza all’infanzia.
La banca centrale taglierà i tassi di interesse e allenterà i vincoli sulle riserve bancaria “al momento opportuno”, ha detto Li. La politica monetaria sarà insomma utilizzata per stimolare la domanda.