
La vicenda si trascina da anni, con attriti tra la politica locale e un comitato di associazioni molto attivo. Ma ora i giudici hanno messo la parola fine
Sull’Appennino bolognese-modenese l’offerta invernale aumenta. Anche se di neve non ce n’è poi molta, da anni. Il punto di svolta di una vicenda che si trascina da tempo è che la seggiovia Polla-Lago Scaffaiolo nel comprensorio sciistico del Corno alle Scale, tra i comuni di Lizzano in Belvedere e Fanano, in sostituzione della seggiovia Direttissima e della sciovia Cupolino, si farà. Senza, però, che il progetto venga sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (Via).
La novità è che il tanto atteso pronunciamento del Consiglio di Stato è arrivato: i giudici hanno respinto il ricorso proposto da Un altro Appennino è possibile, il comitato di associazioni nato nel 2017 (tra le quali Italia Nostra, Club Alpino Italiano, Mountain Wilderness Italia e Wwf) e che ha tentato di contrastare, fino all’ultimo, il progetto. Come? Con ricorsi al Tar nel 2021 e nel 2023, al Consiglio di Stato nel 2021. Ma anche con manifestazioni, camminate, presidi in quota. “Sono estremamente soddisfatta per la decisione del Consiglio di Stato”, dice la sindaca di Lizzano in Belvedere, Barbara Franchi. “Si tratta di un progetto strategico per lo sviluppo del turismo della nostra regione”, spiegava a maggio 2023 l’assessore regionale alle Infrastrutture e al Turismo, Andrea Corsini. “Questo impianto ne sostituisce due obsoleti e di maggiore impatto”, sosteneva Flavio Roda, presidente della società che gestisce gli impianti di risalita del Corno alle Scale, ma anche presidente della Federazione italiana sport invernali.
La nuova seggiovia quadriposto Polla-Lago Scaffaiolo, “dal punto di vista funzionale e trasportistico sarà un intervento di sostituzione di impianti esistenti”, che verranno dismessi, si spiega. Il tracciato di oltre 996 metri, rispetto ai 919 dell’attuale seggiovia Direttissima e ai 645 della sciovia Cupolino, prevede un arrivo in quota, a 1782 metri. Con una stazione di valle, una intermedia e una di monte. Inoltre “le opere in progetto non prevedono la realizzazione di nuove piste”. Nella fase preliminare complementare alla costruzione si prevede, oltre ad altre opere, “l’eliminazione di un’area boschiva di circa 1356 metri quadrati nel primo tratto di linea del nuovo impianto”. A maggio scorso assegnati i lavori. A disposizione oltre 6,9 milioni di euro di fondi pubblici, come riporta il Bando di gara per l’Appalto, pubblicato ad aprile 2024 dall’Unione dei Comuni Appennino bolognese. Oltre 200 milioni in più rispetto al Bando del dicembre 2023, andato deserto.
L’idea di un collegamento impiantistico tra la provincia di Pistoia e quelle di Bologna e Modena risale al 2016 quando la Giunta regionale approva il Protocollo d’intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Toscana “ai fini del sostegno e della promozione congiunta degli impianti sciistici della montagna tosco-emiliano romagnola”. Nel 2017 la Regione approva l’Accordo definitivo con la Regione Toscana. Nel 2019, nel “Masterplan per la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile del Comprensorio di Corno alle Scale” commissionato da Emilia Romagna Valorizzazione Economica del Territorio per conto della Regione si ipotizza la realizzazione del nuovo impianto. Quindi nel 2020 il comune di Lizzano in Belvedere presenta alla Regione istanza di verifica di assoggettabilità a Via. Nel 2021 la Regione esclude il progetto dalla procedura di Via, nonostante l’intervento all’interno sia del Parco Regionale Alto Appennino Modenese e del Parco Regionale Corno alle Scale che della Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Monte Cimone, Libro Aperto, Lago di Pratignano”. Ma anche “in prossimità della ZPS ”Corno alle Scale”. Nonostante le criticità sollevate dalle associazioni ambientaliste. Criticità ritenute poco significative dal Consiglio di Stato. Dal momento che, si spiega nella recente sentenza “il giudizio di prevalenza operato dalla Regione si presenta, in ogni caso, privo di profili di evidente irragionevolezza poiché si è basato sulla maggioranza dei pareri espressi, tra i quali figurano anche quelli delle Autorità specificamente competenti in materia ambientale e paesaggistica”.