
"L'intelligenza artificiale sta esaurendo il carburante che le consente di imitare la creatività umana e di esprimersi come una persona in carne e ossa: i dati", avverte uno dei creatori di ChatGpt
Ilya Sutskever, uno dei creatori di ChatGpt, è preoccupato. “L’intelligenza artificiale sta esaurendo il carburante che le consente di imitare la creatività umana e di esprimersi come una persona in carne e ossa: i dati”, ha affermato nel corso di una conferenza di settore. Come ha spiegato Sutskever, i sistemi di intelligenza artificiale imparano a comprendere e generare linguaggio analizzando enormi quantità di testo, più i dati a disposizione aumentano e la potenza di calcolo cresce, più i sistemi migliorano.
Ora però siamo arrivati ad un punto in cui i computer impegnati in queste operazioni sono così tanti e così potenti che le informazioni di cui si “nutrono” non bastano più. “Abbiamo raggiunto il picco dei dati disponibili e non ce ne saranno più” ha detto Sutskever. Questa situazione, secondo l’esperto, è paragonabile a quella dei combustibili fossili, anch’essi limitati: i dati sono “il carburante dell’intelligenza artificiale” e il loro esaurimento rischia di mettere in crisi l’intero sistema di crescita che ha caratterizzato l’ultima rivoluzione tecnologica. Gli esperti pensano ora a modi più efficienti per addestrare le macchine con meno dati, oppure a un modo di utilizzare i dati generati dalle stesse IA.
Da un altro protagonista del settore, l’ex amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, giunge però un avviso di segno quasi opposto, non scevro da preoccupazioni. “Quando i sistemi di Ia inizieranno ad auto migliorarsi autonomamente, bisognerà pensare seriamente di disattivarli“, ha detto Schmidt sottolineando come non si possano escludere rischi di uno sviluppo incontrollato anche perché, ha aggiunto, le regolamentazioni sull’AI sono ancora poco incisive mentre le aziende continuano a spingere sull’acceleratore del sui sviluppo”.