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Elezioni in Russia, le proteste ai seggi: 19 urne riempite di inchiostro, ora la Duma vuole aumentare le pene. A Belgorod raid pro-Kiev

I cittadini in Russia stanno votando oggi nel secondo giorno delle elezioni presidenziali. Il voto confermerà la leadership di Vladimir Putin nel Paese per altri sei anni, ma non mancano le tensioni. Le elezioni si svolgono sullo sfondo di una spietata repressione, che tenta di soffocare gli isolati tentativi di protesta ai seggi: il più diffuso, finora, è il versamento di inchiostro all’interno dell’urna. Ci sono stati un totale di 11 tentativi di appiccare il fuoco ai seggi e 19 casi di urne riempite di inchiostro, secondo quanto reso noto dal canale Telegram Nexta. La Commissione elettorale in Russia ha reso noto che 214 schede sono state “irrimediabilmenterovinate dall’inchiostro lasciato cadere nelle urne di alcune località del Paese. L’affluenza alle urne per le presidenziali ha superato il 50%, secondo quanto reso noto sempre dalla Commissione elettorale centrale, alle 16 ora di Mosca (le 14 ora italiana) del secondo giorno di votazioni, che si concluderanno domani, domenica.

I dati forniti sono forse anche un tentativo di screditare le proteste programmate per domenica a mezzogiorno. È l’ora suggerita da Aleksei Navalny poco prima della morte e rilanciata dalla moglie Yulia. Una donna a un seggio di Mosca ha gettato ‘inchiostro verde nell’urna e urlato slogan filo Ucraina, come denuncia il canale Telegram Baza, bene informato sulle agenzie di sicurezza. Il Comitato investigativo ha aperto una inchiesta penale per ostruzione al lavoro degli scrutatori. La stessa protesta è stata messa in scena in altri due seggi nella regione di Voronezh. Anche in questo caso, sono state incriminate due persone, di 58 e 59 anni di età. Gesti simili sono avvenuti anche nelle regioni di Rostov e Karachay-Cercassia. “Hanno agito per denaro”, ha commentato il vice Presidente della Commissione elettorale, Nikolai Bulaev. A San Pietroburgo, una donna di 21 anni è stata arrestata dopo aver lanciato una molotov all’ingresso di un seggio allestito in una scuola.

L’aumento delle pene – La Duma, la camera bassa del parlamento russo, replica proponendo di aumentare a otto anni la pena per chi cerca di interrompere il processo elettorale “con incendi dolosi o altri mezzi pericolosi”. Il progetto di legge è in preparazione, come ha detto all’agenzia stampa Tass Yana Lantratova, deputata del partito filo Cremlino Una Russia giusta-Per la verità e membro della commissione parlamentare sulle ingerenze straniere. Secondo Lantratova, l’articolo 141 del codice penale russo, relativo all’ostruzione delle operazioni elettorali, prevede “pene abbastanza miti, non paragonabili alla responsabilità per attacchi terroristici o sabotaggi“.

Belgorod in lockdown – Mosca teme però soprattutto possibili attentati, in particolare nelle regioni al confine con l’Ucraina e nei territori occupati dai russi. Mentre sono in corso le elezioni, il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha annunciato la chiusura dei centri commerciali e delle scuole nei prossimi giorni “a causa della difficile situazione operativa”. Una sorta di lockdown imposto dai continui raid pro-Kiev che il ministero della Difesa russo definisce tentativi di “infiltrazione di gruppi di sabotaggio ucraini”, mentre secondo la controparte sono opera di gruppi paramilitari russi che si battono per la causa ucraina. Il governatore di Belgorod ha riferito che tre persone sono morte nella regione russa a seguito di un attacco sferrato dall’Ucraina. Secondo quanto riporta la Tass, l’attacco sarebbe stato effettuato con un drone. “Una donna è morta mentre era andata a dar da mangiare ai cani insieme al figlio”, ha scritto Gladkov su Telegram. Poi ha spiegato le nuove misure: “In base alla situazione attuale, abbiamo deciso che i centri commerciali rimarranno chiusi domenica e lunedì”. Anche le scuole non riapriranno a inizio settimana: “La situazione è piuttosto complicata sia in città che nel distretto di Belgorod”, e “naturalmente, la questione della sicurezza è la più importante per tutti noi”, ha affermato il governatore.

Il voto nelle regioni occupate – L’agenzia russa Tass ha riferito che le forze armate ucraine hanno sganciato un ordigno esplosivo da un drone vicino a un seggio elettorale nel villaggio di Blagoveshchenka, nella regione occupata di Zaporizhzhia. L’agenzia ha citato la presidente della commissione elettorale distrettuale, Natalia Ryabenkaya. “È successo alle 7, era ancora tutto chiuso”, “non ci sono state vittime, e anche l’edificio non è stato danneggiato”, ha detto Ryabenkaya. Secondo la versione di Mosca, invece, non si registrano altri problemi nelle quattro regioni ucraine occupate dai russi: stando ai dati diffusi sulle presidenziali, si registrano anzi percentuali altissime di votanti. Nella regione di Donetsk ha votato oltre il 69% degli aventi diritto, in quella di Lugansk il 36%, in quella di Zaporizhzhia il 55% e in quella di Kherson quasi il 69%. Nelle quattro regioni le operazioni di voto erano in corso già dal 25 febbraio.