Calcio

Domeniche bestiali – “‘O ballo d’o cavallo” in Brasile: il giocatore del Baraunas prova a “montare” l’avversario, ma finisce in rissa

La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa

Le Domeniche bestiali sono un mondo fatto di gestualità: mazzate, minacce, gestacci, insulti dai contorni ben definiti, a scanso di equivoci. Ma l’equivoco, come abbiamo avuto modo di notare in questo lungo viaggio bestiale (rigorosamente su un torpedone tutto scassato) è sempre dietro l’angolo, e messaggi chiari diventano rebus o sciarade con soluzioni che fanno acqua da tutte le parti. Roba che le partite di pallone diventano come le partite di Taboo in famiglia: tanto si finisce a mazzate uguale.

Fa acqua da tutte le parti – Cominciamo con quella meravigliosa commedia degli equivoci del pallone nella provincia italica, dove fare la doccia può assumere svariati significati, tra sputi, “strani liquidi” che piovono dagli spalti e diluvi, tranne che la doccia vera e propria. Equivoco costato 150 euro al Rapallo Ruentes 1914, Promozione ligure, “a causa della mancanza di acqua calda in uno degli spogliatoi della terna arbitrale, cosa che impediva ad un assistente di fare la doccia, in una giornata di pioggia incessante (sanzione per questo aggravata)”.

‘O ballo d’o cavallo – La popolare canzone di Gigione va in scena in Brasile, nel Campeonato Potiguar. Nella gara tra Baraunas e America Rn il calciatore della squadra di casa Leo Bahia, provando a scalciare il rivale Rafael Jansen gli è finito in groppa, e ha mimato anche il gesto del cavalcare muovendo i fianchi. Evidentemente la mimica non è piaciuta a Jansen che ha reagito “disarcionando” il cavallerizzo improvvisato: ne è nata una rissa tra calci e manate, con entrambi i calciatori che sono stati mandati fuori dall’arbitro.

Il pap-occhio – Il popolare film di Renzo Arbore degli anni Ottanta giocava proprio su equivoci a partire dal titolo stesso, Pap’occhio come papocchio, inteso come pasticcio, ma anche come “occhio del papa”. In questo caso però l’occhio è quello dell’arbitro che ha squalificato Mario Costanzo, dirigente del Luisago Portichetto, Prima categoria lombarda, perché “a fine gara, a seguito di fatto di gioco, che l’arbitro era stato colpito da un calciatore con una pallonata dichiarava al direttore di gara di “chiudere un occhio“”. Probabilmente era stata proprio la pallonata ricevuta a chiudere l’occhio all’arbitro.

Prima di partire per un lungo viaggio – Quando una giornata è storta c’è poco da fare, lo dice pure la legge di Murphy: tutto ciò che potrà andare storto, andrà storto. O addirittura non andrà affatto, come nel caso del Dundee: nelle scorse settimane la squadra scozzese ha preso ben sette gol al Celtic Park di Glasgow dai rivali biancoverdi, e come se non bastasse al momento di tornare in città il pullman si è anche rotto ed è stato trainato dal carro attrezzi, coi calciatori che hanno dovuto prolungare la giornata difficile.