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Chi è Luca Nardi, il 20enne pesarese che ha battuto Djokovic: il record a 14 anni, una crescita lenta e poi lo choc di Indian Wells

“Un miracolo”, come l’ha definita lui stesso nell’immediata intervista post-partita. Luca Nardi compie l’impresa più grande della sua giovane carriera nel terzo turno del Masters 1000 di Indian Wells, battendo il numero 1 del mondo Novak Djokovic con il punteggio di 6-4 3-6 6-3 e accedendo agli ottavi di finale del torneo. Un successo che per il 20enne pesarese si traduce anche con l’ingresso nella top 100 per la prima volta. Attualmente la posizione è al numero 95. Al prossimo turno Nardi affronterà il padrone di casa Tommy Paul. Quello contro Nole è un successo inaspettato e incredibile, al termine di una partita che il marchigiano non avrebbe dovuto nemmeno disputare.

L’azzurro infatti aveva perso nel turno finale di qualificazione in tre set da David Goffin, venendo ripescato come lucky loser in sostituzione della testa di serie n. 30 Tomás Etcheverry e beneficiando di un bye al primo turno del tabellone principale. Non aveva mai battuto un top 50 ed ecco la vittoria all’esordio contro Zhang Zhizhen. Non aveva mai giocato contro un numero uno del mondo, e ora lo ha addirittura battuto, diventando il sesto italiano ad eliminare Nole da un torneo. Una carriera stravolta in appena sei giorni, che regala al tennis italiano un nuovo protagonista, e a Luca Nardi l’opportunità di aprire un altro capitolo della sua carriera. Una nuova fase che punta verso la partecipazione a uno Slam per la prima volta. Il Roland Garros è distante appena due mesi e con questa classifica il tabellone principale sarebbe suo di diritto.

Chi è Luca Nardi? – Nato a Pesaro il 6 agosto del 2003, Nardi inizia a giocare a tennis incoraggiato da papà Dario e da mamma Raffaella. Le doti non tardano a mostrarsi, così come le soddisfazioni. La decisione di far diventare una passione anche una professione è inevitabile. Cresciuto nel mito di Roger Federer e dello stesso Djokovic, Nardi fa il suo esordio tra i professionisti nel giugno 2018 e fa subito parlare di sé, prendendosi un record che ancora oggi appartiene a lui. Nel torneo Italy F15 si spinge fino ai quarti di finale e all’età di 14 anni e 10 mesi diventa il più giovane tennista italiano di sempre ad ottenere un punto nel ranking Atp. La crescita continua, lenta ma costante, senza fretta. Passano due anni e nel marzo 2020 alza il primo trofeo da professionista battendo in rimonta il canadese Jaroslav Pospíšil in finale al torneo ITF M15 di Sharm el-Sheikh. L’arrivo del Covid rallenta la sua scalata, ma non la ferma. Sacrificio, dedizione e passione si trasformano nel debutto in un torneo Atp. È l’European Open di Anversa, grazie a una wild card: però esce subito al primo turno.

Il 2021 si rivela una stagione di transizione, funzionale ad alzare il livello l’anno seguente. Nella prima settimana del 2022 vince il suo primo titolo Challenger, sul cemento indoor di Forlì. Un successo che viene replicato tre mesi dopo, quando ad aprile conquista a Lugano il secondo Challenger in carriera. Il suo nome inizia a circolare con insistenza, anche grazie a una wild card per gli Internazionali d’Italia. La sconfitta al primo turno contro Cameron Norrie (all’epoca numero 11 del mondo) viene vissuta con grande serenità. Il percorso ormai è quello giusto. Supera le qualificazioni ad Amburgo, non quelle per gli Us Open. In compenso conquista il terzo Challenger dell’anno a Manacor, prima di uno dei passaggi chiave della sua carriera: la prima vittoria Atp. Arriva finalmente ad Astana, contro il russo Alexander Shevchenko. Per Nardi è una boccata di fiducia determinante. Nel 2023 arrivano altri due Challenger, a Porto e a Matsuyama. A fine anno partecipa anche per la prima volta alle Next Gen Finals, dove si ferma alla fase a gironi ottenendo una sola vittoria, contro Flavio Cobolli. Un’esperienza che per Luca Nardi si rivela un trampolino di lancio per l’anno nuovo e che viene amplificata dall’entusiasmo generato dall’exploit italiano in Coppa Davis. La finale persa nel Challenger a Chennai a inizio febbraio serve solo ad avvicinare la top 100. Per superare questa quota simbolica è dovuto volare fino in California, vincendo una partita che diventerà una linea spartiacque della sua carriera.