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A Cuba scatta il tanto temuto aumento dei carburanti: rincari del 500%. Così un pieno all’auto costerà più del salario medio mensile

A Cuba è scattato a scoppio ritardato l’aumento dei carburanti temuto come un incubo da mesi e che doveva già essere in vigore dal 1 febbraio. E invece era stato rimandato più volte per via di un virus informatico che aveva infettato il circuito di pagamento Pos della carta di debito in MLC (Moneda Libremente Convertible), moneta virtuale dal cambio alla pari con dollaro e euro. La carta da ora in poi diventa obbligatoria per fare rifornimento, il contante in pesos non sarà più accettato. Le nuove tariffe pubblicate comportano un ricarico di circa il 500% su quelle vecchie sussidiate dallo Stato che erano forse le più basse al mondo. Un lusso che il governo non può più permettersi, soprattutto adesso che è stato costretto a chiedere l’aiuto dell’Onu per la crisi alimentare interna.

Con i nuovi prezzi pubblicati sulla tabella dei Precios Minoristas, la benzina Regular 90 passa da 25 a 132 Cup al litro (circa 1,10 dollari statunitensi), la Especial 94 da 30 a 156 Cup (1,30 dollari), mentre il diesel da 25 Cup a 150 (1.25 dollari). C’è poi da considerare l’inghippo della carta MLC che applica il cambio governativo 1 MLC per 120 CUP, mentre il cambio informale ieri ha toccato le stelle con 1 dollari per 300 Cup. Questo tasso si applica nei negozi privati MiPyme – che oggi controllano il 70% del commercio – e nei ristoranti. Per cui se il cubano deposita dollari nella sua carta, invece di usufruire di un cambio agevolato riceve come controvalore in pesos meno della metà. Prima almeno poteva pagare la benzina in contanti, avendo già cambiato i soldi per conto suo e lo stesso valeva per i turisti. “Come farò da domani che un pieno mi costerà 44 dollari quando ne prendo 35 al mese di salario medio?”, è il lamento collettivo dei dannati in attesa in code chilometriche ai distributori per l’ultimo pieno a a 0,10 dollari al litro.

La disperazione dei tassisti freelance
“Il tragitto quotidiano mi costa circa 600 pesos, con il mio diesel faccio 10 chilometri con un litro. Da domani, visto che il diesel da 25 schizza a 150 Cup al litro, dovrò spendere 5 volte tanto. Io trasporto cubani squattrinati, non turisti gonfi di dollari, tanto vale vendere il taxi”. Così si sfoga Armando, uno dei tanti tassisti freelance di L’Avana. Il paradosso, tipicamente cubano, è che invece per i taxi che aderiscono a La Nave – una sorta di Uber locale – le tariffe per i clienti che prenotano online non cambieranno. Se ne deduce che questa corporazione usufruisce di tariffe agevolate che i loro colleghi più sfortunati non hanno. Ma la vera partita si gioca sui trasporti pubblici collettivi: il rincaro del 600% su quello provinciale e il raddoppio delle tariffe in città sono stati sospesi e il cubano che ne usufruisce può tirare un sospiro di sollievo. Almeno per ora.

Nella conferenza stampa tenuta all’Avana nei giorni scorsi, il ministro delle Finanze e Prezzi, Vladimir Regueiro, ha in sintesi giustificato così gli aumenti: “Siamo coscienti di tutti i disagi che questi rincari causeranno, ma i combustibili sono il prodotto che attraversa tutti i settori dell’economia e noi siamo dipendenti dall’importazione che per via del bloqueo (l’embargo statunitense) è penalizzata. A ciò si aggiunge la crisi internazionale dovuta alla pandemia e alle guerre che ha gravato pesantemente sui costi della stessa”. Il colpo di grazia a Cuba è stato inferto dal crollo di Petróleos, il colosso statale del Venezuela che, piegato dall’embargo, ha dovuto dimezzare le forniture di greggio, meno di 50.000 barili al giorno ricevuti nel 2023 rispetto ai 90.000 del 2018.

Elettricità e comunicati stampa
Riguardo il rincaro della bolletta della luce, il ministro dell’Energia, Vicente La O Levy, ha dichiarato che per ora è confinato alle categorie residenziali e commerciali che consumano oltre 500 kWh annui. L’anno passato,107.570 clienti hanno oltrepassato questo limite, cioè il 3% circa. Per loro, solo un 25% di aumento, molto meno del previsto. Gli strati sociali più deboli sono stati risparmiati, al momento.

Tuttavia il ministro ha sottolineato la gravità della situazione: “Cuba per fare fronte alle sue esigenze, ha bisogno almeno di 8 milioni di tonnellate di combustibile. Noi ne produciamo 3, il resto dobbiamo importarlo e i volumi attuali non bastano. Servono almeno 360.000 tonnellate di benzina l’anno e nel 2023 ci siamo fermati a 203.000, di cui il 72% è stato divorato dal settore privato. Sul pubblico ha gravato il calo del diesel importato. Sia la produzione di zucchero che l’agricoltura ne hanno sofferto, ma a pagarne maggiormente lo scotto è stata l’energia elettrica. Ciononostante abbiamo incamerato 609.000 di tonnellate di gasolio, spendendo 600 milioni di dollari”.

La corporazione statale della Cimex, che distribuisce in regime di monopolio i carburanti all’isola, sta cercando di aumentare le stazioni di servizio per il turismo riscuotendo in dollari – oggi sono 613 in totale – eliminando anche i sussidi per gli stranieri.

Il treno con le ruote
El Trenecito, il mezzo di trasporto collettivo più pittoresco e al tempo stesso più economico dell’Avana, adesso invece dei turisti porta in giro i cubani lungo un percorso che partendo dall’hotel Melia Cohiba, all’angolo del Paseo, percorre tutto il Malecon fino all’Habana Vieja, in pieno centro storico. Dal primo marzo il costo del passaggio è 100 Cup e non più 40, 33 centesimi di dollaro.