Moda e Stile

Dalle borse sostenibili di Themoirè in “pelliccia di mais” e scarti di tè alla Tortellino Bag di Federico Cina: i modelli più particolari visti alla Fashion Week

Un intreccio tra moda, tradizione culinaria romagnola e ricordi d'infanzia per Federico Cina; una missione per l'ambiente invece quella di Salar Bicherenloo e Francesca Monaco di Themoirè

Sembra pelliccia sintetica e invece è mais, sembra pelle e invece sono scarti del tè. Regala ancora una volta sorprese la nuova collezione di Themoirè, il brand di borse che ha fatto della ricerca di nuovi materiali naturali e sostenibili la sua essenza. Nato nel 2019 da un’idea di della coppia di designer Salar Bicherenloo e Francesca Monaco, Themoirè si pone come obiettivo la valorizzazione dell’heritage artigianale di alcune minoranze in situazioni di vulnerabilità, convertendolo in prodotti attraverso i quali finanziare iniziative sul territorio. Il tutto in chiave sostenibile: i materiali utilizzate per le borse sono infatti naturali al 100% oppure riciclati e, in più, per ogni esemplare venduto, viene piantato un albero così da contribuire alla riforestazione della nostra Terra.

Abbiamo incontrato Francesca nella “foresta urbana” che il brand ha creato nel cuore di Milano per presentare la nuova collezione Autunno/Inverno 2025. In occasione della Fashion Week, Themoirè ha lanciato infatti il progetto Infinity Forest, una rappresentazione phygital della foresta che il brand sta coltivando con TreeNation nell’Usambara Biodiversity Conservation in Tanzania per preservare le biodiversità, promuovere l’educazione ambientale e combattere la povertà attraverso l’agro-forestazione. Wings of Change è il nome della collezione per il prossimo inverno, ispirata al concetto buddista dell'”Effetto Farfalla“, un monito sul fatto che anche le azioni più piccole possono generare impatti significativi a distanze inimmaginabili. Il focus sono tre nuovi materiali speciali: il Wastea realizzato con scarti di tè che vengono lavorati per essere convertiti in un tessuto 100% vegan; il Palma, il cui tessuto è stato sviluppato utilizzando i residui di potatura della palma di Alicante ed evitando l’incenerimento dei rifiuti per ridurre significativamente le emissioni di CO2 di questo comparto produttivo. Infine il Fur interamente realizzato con Sorona, un materiale prodotto dalla lavorazione dei semi di mais mescolato con fibra di poliestere che, dando origine ad una texture fur, diventa un’alternativa etica e di lusso alla pelliccia.
“Siamo partiti con la SS20 da una borsa monoprodotto e l’evoluzione è stata coerente con i valori di responsabilità ambientale e sociale che caratterizzano il marchio”, spiega Francesca. “I materiali per noi sono sempre il punto di partenza e questa nostra nuova collezione rappresenta un’ulteriore dimostrazione di come, nonostante la fatica, se c’è la volontà si possono creare alternative sostenibili alla pelle grazie a processi innovativi sui materiali di scarto di altre industrie. Certo, non è facile sviluppare materiali realizzati con materie prime inedite che possano adattarsi alle richieste dell’industria della moda, soprattutto a quelle di chi fa borse. Per poter essere impiegati in quest’accessorio devono infatti avere 3 caratteristiche: essere durevoli, piacevoli al tatto e modellabili“. Così come le mitologiche Moire intrecciavano i fili dei destini umani, allo stesso modo, attraverso i filati che compongono le sue borse, Themoiré prova a intessere un futuro migliore per il nostro pianeta, dimostrando che l’eleganza e l’etica possono andare di pari passo anche nel mondo della moda italiana.

Sempre durante la Fashion Week, lo stilista romagnolo Federico Cina ha presentato invece la sua “Tortellino bag”, una borsa a dir poco geniale che celebra nella forma uno dei piatti iconici della sua terra, l’Emilia Romagna. “Volevo rendere omaggio a mia nonna che mi ha insegnato le vere tradizioni e valori della Romagna. Mi ricordo proprio le giornate passate con lei mentre la guardavo fare la sfoglia, l’aiutavo a chiudere i tortellini e a cucinarli”, ha raccontato lo stilista durante l’evento di presentazione. Il risultato è una borsa dalla forma morbida, rotonda e rigonfia che, metaforicamente, cerca di fermare il momento di preparazione dei tortellini in una dimensione sospesa nel tempo e nello spazio.

Costruendo una narrazione visiva che fa dialogare moda e cibo, Cina ha presentato le nuove nuance della Tortellino bag con una presentazione multimediale: su un unico grande tavolo coperto di gesso sono disposte tutte le varianti di colore della borsa (nero, rosso, rosa e ghiaccio) con accanto gli oggetti della tradizione culinaria, uova, mattarelli, mestoli, cucchiai, farina, sfoglia fresca, saliere. Tutti ingredienti necessari per la creazione del famoso formato di pasta fresca, simbolo della cultura emiliano-romagnola che viene portato fuori dal suo contesto familiare e intimo per essere inserito in un contesto aperto a tutti.