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“Più provate a censurare un artista, più gli altri vi prenderanno per il culo… Stiamo tornando al Medioevo? Ci stiamo ‘putinizzando’?”: Littizzetto contro Morelli e il ‘daspo’ per i cantanti che parlano di politica in Rai

La comica torinese ha indirizzato al leghista una sua "letterina": "Ti volevo solo ricordare Morin Morello l'amore è bello che giusto che nelle ultime settantaquattro edizioni dove c'è un palco dove si è fatta politica è proprio il palco di Sanremo"

“Quello è il Festival della canzone italiana ed è vergognoso che venga utilizzato e sfruttato da chi dovrebbe solo cantare e invece fa altro: fa della propaganda politica“, aveva dichiarato nei giorni scorsi il senatore leghista Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in un’intervista a Il Tempo, proponendo addirittura il Daspo per chi “utilizza quel palco per fini diversi da quelli della musica” e “non solo per Sanremo” ma “per tutti i palcoscenici Rai”.

Un riferimento agli appelli dei cantanti Ghali (“Stop al Genocidio”) e Dargen D’Amico (“Cessate il fuoco”). Una richiesta che, come immaginabile, ha suscitato polemiche e indignazione. “Caro Morelli, grandissima testa di Daspo, fedelissimo di Salvini, scudiero Leghista, difensore dei sacri valori: Dio, patria e polenta. Chi ti scrive è una comica che su quel palco di Sanremo ci è salita e anche in Rai la lingua non l’hai mai tenuta al caldo. E quindi se fosse stato per te sarei già su un’isola deserta da mo’ a spaccare i cocchi insieme a Ghali…Invece sono solo al Nove. Per fortuna“, ha esordito così Luciana Littizzetto a “Che tempo che fa“.

La comica torinese ha indirizzato al leghista una sua “letterina”: “Ti volevo solo ricordare Morin Morello l’amore è bello che giusto che nelle ultime settantaquattro edizioni dove c’è un palco dove si è fatta politica è proprio il palco di Sanremo. Ringrazia che in queste ultime edizioni neanche tanto, Sanremo è un Primo Maggio con i fiori e senza i bonghi, da Celentano a Lo Stato Sociale, da Emma a Elio e le Storie Tese, i cantanti non hanno parlato solo di strazi d’amore ma di diritti negati, di pace, di violenza, di lavoratori che non riescono ad arrivare a fine mese e di tutto quello che non gira in questa Italia sbilenca che gente come te dovrebbe sistemare”.

Littizzetto prende in giro l’idea e l’impossibilità dell’applicazione: “Se ti è andata di traverso la cassoeula per due frasi di pace su trenta cantanti sei un po’ messo malone, spiegami come funzionerebbe questo Daspo, quali sarebbero le multe? Proclamo contro la guerra? Firma in questura. Proclamo a favore di migranti? Firma in questura e divieto di canto su palchi liguri. Feroce critica al governo? Pungolatura col taser per le vacche più catene alle caviglie come in Ungheria con Ilaria Salis. E ai coristi cosa fai? La corista che accompagna Ghali diventa colpevole di associazione eversiva di stampa musicale? Va cacciata anche lei da Sanremo? La verità è che tu non hai idea di come mettere in pratica quello che chiedi, a meno che non pensi che il prossimo Sanremo dovrebbe condurlo Vannacci”.

“A er Meloni, che è una donna intelligente, non vorrebbe mai in mente di dire una boiata del genere, neanche a Salvini che in quanto a sparate è secondo solo al cannone del Gianicolo. Siamo in una democrazia, l’articolo 21 della Costituzione, su cui hai giurato, dice “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione“. Noi siamo artisti, non riuscirete mai ad ammaestrarci, abbiamo la lingua collegata al cuore. Ci dici di non dire una cosa? Noi lo diciamo lo stesso anche con più gusto, non c’è nessuno che ci ha votato e a cui dobbiamo rendere conto. Più provate a censurare un artista, più gli altri vi prenderanno per il culo, almeno fino a quando questo Paese somiglierà a qualcosa di democratico. (…)”, ha continuato la comica.

Con appello finale: “Cosa ci sta succedendo? Stiamo tornando al Medioevo quando si processavano le idee. Ci stiamo putinizzando per caso? Da qui alle Europee ogni giorno dobbiamo aspettarci una sparata del genere? Se è così mi do il Daspo da sola. Tu sei un politico, Morry, la tua libertà di parola è tutelata di più di quella di un cittadino comune ma questa è una garanzia che pretende maggiore responsabilità, non minore controllo dei neuroni. E te lo dico come lo direbbe Annalisa ‘Sinceramente'”.