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“Il gruppo Vitol interessato alla quota di Saras in mano ai Moratti”. La famiglia ammette “discussioni in corso”

Vitol, il gigante olandese delle commodity, è interessato alla quota in Saras della famiglia Moratti. Che venerdì, insieme agli altri azionisti Angel Capital Management e Stella Holding, ha confermato “discussioni in corso” con il gruppo del trading pur facendo sapere che “le affermazioni di stampa non corrispondono alla realtà”. Secondo le indiscrezioni circolate tra giovedì e venerdì, Vitol sarebbe interessata a rilevare il 40% dell’azienda che controlla la raffineria petrolifera sarda di Sarroch, tra le maggiori per capacità produttiva in Europa. In Borsa il titolo ha chiuso in rialzo del 10%.

La mappa dell’azionariato di Saras, fondata nel 1962 da Angelo Moratti con la denominazione di S.A.RA.S. (Società Anonima Raffinerie Sarde), vede Massimo Moratti al 20,011% e i figli di Gianmarco, Angelo e Gabriele ognuno con il 10,005% (rispettivamente attraverso la Angel Capital Management e la Stella Holding). Nel 2020 è entrata la svizzera Trafigura che oggi detiene il 9,589 per cento.

Secondo le ricostruzioni oggetto della smentita sarebbero favorevoli a cedere Angelo e Gabriele Moratti, i due figli di Gian Marco, scomparso nel 2018, avuti rispettivamente da Lina Sotis in prime nozze e da Letizia Moratti. Entrambi hanno una quota del 10% tramite Angel Capital e Stella Holding. Dubbioso appare invece l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti, fratello di Gian Marco, titolare del 20% tramite l’omonima Sap. Il patto di sindacato tra Massimo e i nipoti Angelo e Gabriele era stato rinnovato nel marzo del 2020 e scadrà il prossimo 30 giugno.

La cifra ipotizzata sarebbe allettante, con un premio del 35% sulla chiusura a 1,66 euro dell’8 febbraio. Ne consegue una valutazione di Saras di 2,1 miliardi, mentre solo due giorni fa ne valeva 1,58. L’incasso sarebbe quindi di 837 milioni per i Moratti, che avrebbero tempo fino al prossimo 15 febbraio per decidere. Le voci di una dismissione da parte della famiglia sono periodiche e nel frattempo il socio di minoranza Trafigura, che aveva raggiunto quota 15% lo scorso mese di novembre, ha ridotto la partecipazione all’attuale 9,59%.