Cronaca

Fleximan, ancora in azione in Veneto. Zaia: “C’è un tema di legalità, ma utilizzo smodato e anche barbaro in molti casi dell’autovelox”

Non si ferma l’abbattimento di autovelox. L’ultimo episodio, il sedicesimo in Veneto, è stato registrato a Santo Stefano di Cadore (Belluno), lungo la stessa strada dove il 6 luglio un’automobile guidata una cittadina tedesca travolse una famiglia veneziana uccidendo tre persone, tra cui un bimbo di due anni. Si tratta del secondo caso in provincia di Belluno, come riportano i quotidiani locali, dopo il caso del palo piegato con un flessibile sulla discesa del passo Giau, sopra Cortina D’Ampezzo.

Il modo di agire non è quello tipico dell’ignoto “Fleximan”, ossia quello di tagliare con una sega elettrica la base del palo dove è montato l’apparecchio. In questo caso è bastato svitare i bulloni e far sbilanciare contro la parete di un edificio vicino il contenitore blu posto a lato della strada, che comunque è vuoto al suo interno, e quindi in questo periodo non registra gli eccessi di velocità dei veicoli di passaggio. Si tratta del sedicesimo danneggiamento di un apparecchio autovelox in Veneto messo a segno da emuli dello sconosciuto Fleximan.

Sul caso ieri è intervenuto anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: “Da un lato c’è un tema di legalità, ovvero tagliare un traliccio, dall’altro solleva il tema dell’utilizzo smodato e anche barbaro in molti casi dell’autovelox . Se è vero che l’autovelox deve puntare a tutelare la sicurezza stradale – ha detto il presidente a ‘Zona bianca’ su Rete4 – in alcuni casi non riusciamo a tutelarla e a maggior ragione quando vediamo che le risorse incassate non vengono investite in viabilità e sicurezza“.

Domenica nella Bergamasca Flaximan o un suo emulatore ha abbattuto un palo che sorreggeva un dispositivo ‘rosso stop’ a Mapello. È stata la prima volta che viene preso di mira questo genere di dispositivi: in passato nel mirino erano sempre finiti gli autovelox. L’apparecchio in questione è stato collocato di recente dal Comune per sanzionare chi passa con il rosso in una strettoia che costeggia una villa storica. Non era però ancora entrato nemmeno in funzione. Il Comune ha annunciato che sporgerà denuncia ai carabinieri.

Infine ignoti hanno scardinato nella notte il contenitore vuoto di un autovelox e lo hanno gettato in un vicino canale a Birbesi, frazione di Guidizzolo, in provincia di Mantova. Per l’involucro di plastica arancione che ospita il rilevatore di velocità mobile azionato da una pattuglia della Polizia locale, il sindaco Stefano Meneghelli ha già sporto denuncia contro ignoti. “Lo avevamo posizionato su una strada dove si verificano molti incidenti – ha spiegato – e anche se vuoto aveva una sua funzione di deterrenza, invitando gli automobilisti ad andare piano“.