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Confindustria, la lettera dei Probiviri che chiede a Garrone (Erg) di mettersi in regola (e mette a rischio la scalata)

La candidatura di Edoardo Garrone alla presidenza di Confindustria, che sembra ormai certa, inasprisce la competizione e rende quanto meno più sospettoso il clima interno. La notizia, pubblicata dal Fatto, circa il doppio ruolo della Erg di Garrone in due associazioni concorrenti, di cui una di Confindustria e l’altra esterna, ha destato i sospetti di una guerra interna che potrebbe portare a estromettere l’industriale genovese. Da Confindustria la notizia è stata ridimensionata: “Non è stata evidenziata nessuna posizione di irregolarità della (…) Erg rispetto all’associazione a Confindustria”. E’ infatti il contenuto di una comunicazione informale, pubblicata domenica dall’Ansa, che i probiviri di Confindustria hanno inviato agli organi associativi per smentire la notizia pubblicata dal Fatto lo stesso giorno, rispetto ai rilievi sulla duplice iscrizione della Erg dell’imprenditore a Elettricità Futura, organo confindustriale, e Anev, associazione di categoria delle aziende eoliche che opera in maniera indipendente. Una condizione che confligge con lo statuto dell’organizzazione alla cui presidenza lo stesso Garrone è in procinto di candidarsi e che potrebbe compromettere la scalata dello stesso.

Il Fatto è tuttavia in possesso di alcuni documenti che confermano la notizia pubblicata. A iniziare da una lettera del 12 aprile 2023 firmata dal segretario confederale dei Probiviri Federico Landi e inviata ai vertici di Elettricità Futura in cui si afferma che “tutte le aziende iscritte ad Elettricità Futura (…) non possono avere un contemporaneo rapporto associativo di adesione ad altre organizzazioni di rappresentanza” e “pertanto le aziende che si trovassero in tale situazione di doppia adesione devono procedere a formalizzare il proprio recesso (…) entro e non oltre il 30 giugno 2023”. Tra queste organizzazioni “concorrenti” vengono indicate “certamente” dallo stesso Landi “Aiget, Anev, Anpeb, Assoidroelettrica, Ebs, Energia Libera, Federidroelettrica e Italia Solare”. In una successiva missiva del 30 maggio 2023 Elettricità Futura scrive al Collegio dei probiviri una nota dall’oggetto “interpello su divieto di adesione contemporanea ad organizzazioni concorrenti con quella confederale” e chiede “ulteriori 6 mesi di tempo” per “verificare con Anev la possibilità di completare, entro il 2023, il percorso di integrazione già avviato con specifico protocollo d’intesa”, termine che i Probiviri di Confindustria, con nota 3 luglio 2023 fissano in “non oltre il prossimo 31 gennaio 2024”.

Com’è finita poi con Anev? Semplice, a quanto risulta al Fatto, il percorso di integrazione era iniziato (il logo di Anev è anche presente sul sito di Elettricità Futura, ma non viceversa) ma la fusione non è mai avvenuta, restando le due organizzazioni ufficialmente separate. Ora, se Garrone dovesse diventare il nuovo presidente di Confindustria, sarebbe lui a dover chiudere il cerchio. Da qui il conflitto di interessi. La probabilità che Garrone sia candidato, a sentire l’entourage a lui più vicino, è data praticamente per certa. La riunione fatta la scorsa settimana all’Unione industriali di Torino ne costituirebbe un indizio evidente e a chi ci ha parlato alla fine della scorsa settimana lui stesso ha garantito che la sua candidatura c’è, anche perché proposta da nomi a cui non potrebbe dire di no. A cominciare dalla sua vera kingmaker, Emma Marcegaglia, già presidente di Confindustria e leader di uno dei gruppi industriali più grandi in Italia. Ma su di lui si muovono anche altri ex presidenti, come Luigi Abete e Vincenzo Boccia e sembrerebbe ormai garantito il ritiro di uno dei possibili pretendenti alla presidenza, il varesino Giovanni Brugnoli. Una candidatura in nome dell’establishment confindustriale, dunque, di quegli imprenditori di grossa taglia, ormai pochi, ma che hanno un peso soprattutto di relazioni.

A sentire quelli a lui più vicini lo seguirebbero intere regioni come Lazio e Piemonte, gran parte della Lombardia, una buona parte del Veneto, superando così il 50% dei voti interni al consiglio nazionale di Confindustria che è composto da 182 membri. Previsioni o desideri di chi lo sostiene? I concorrenti attuali dicono che Garrone al momento non vada oltre 40-45 adesioni, quindi lo scontro sembra sempre aperto. E c’è chi assicura che se circolano indiscrezioni come quella sui Probiviri, allora non è escluso che nei prossimi giorni ne circoleranno altre anche sugli altri candidati.