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Saverio Costanzo, il figlio di Maurizio rivela: “Mio padre era per me una figura controversa. È stata Maria De Filippi a farci riavvicinare, non ho quasi foto con lui”

Intervista a cuore aperto sul Corriere della sera a Saverio Costanzo. In vista dell’uscita del suo ultimo film, Finalmente l’alba (qui la nostra recensione), il 48enne, figlio di Maurizio Costanzo e Flaminia Morandi, ricorda molti episodi personali vissuti con il padre

Io un po’ stronzo e un po’ snob, lui un uomo di tv, ma gli volevo molto bene. Intervista a cuore aperto sul Corriere della sera a Saverio Costanzo. In vista dell’uscita del suo ultimo film, Finalmente l’alba (qui la nostra recensione), il 48enne, figlio di Maurizio Costanzo e Flaminia Morandi, ricorda molti episodi personali vissuti con il padre spesso lontano e ancor più spesso non compreso. “Non ho quasi foto con lui”, spiega il regista, “per timidezza o riservatezza. Non solo non volevo usare il suo nome; non volevo socializzarmi come il figlio di Maurizio Costanzo. Non intendevo apparire come quello seduto su una fortuna, su un privilegio. Alla fine il privilegio c’è comunque”. Saverio rievoca il babbo in casa (“non ha mai dormito con mamma, come non credo abbia mai dormito con nessuna delle sue mogli”) con il plaid sulle gambe e l’occhio giù dalla finestra in via dei Banchi Nuovi. Padre che se ne va di casa quasi subito. “Non ci ha mai fatto sentire la sua mancanza. Poi certo abbiamo avuto i nostri conflitti, come sempre tra il padre e il figlio maschio. Devo molto a Maria. Fu lei a riavvicinarci”.

Costanoz jr. rievoca così la gita da Mességué dove la De Filippi spinge ad invitare anche Saverio. “Lui doveva sempre dimagrire (…) Allora avevo tredici anni, ed ero pure io un po’ grassoccio… Lui all’inizio non voleva: “ma no, che palle!”. Finì che ci divertimmo tantissimo, sembravamo Sordi e Verdone nel film “In viaggio con papà”. Ci era toccata la camera insieme, un incubo. Se mi svegliavo (affamato) nel cuore della notte russava talmente che non riuscivo più a prendere sonno. All’inizio mi pareva uno sconosciuto. Poi mi resi conto che papà era un uomo di un umorismo straordinario. E così, complice una certa sorniona ironia tipica dei romani che condividiamo, ci siamo ammazzati dalle risate”. Tanti gli aneddoti di figlio in padre, i ricordi degli esordi di Saverio a New York tra gli italoamericani e le peripezie politiche di Maurizio come l’iscrizione alla P2: “In tanti cercavano una rete, una protezione. Ma mio padre, a mio parere almeno, è stato solo ingenuo. Non riesco proprio ad immaginarlo lì a tessere trame, intrighi. All’inizio provò a negare di essere stato iscritto. Poi chiamò Pansa e gli rivelò tutto. Fu uno dei pochi a farlo. Se ne vergognava moltissimo, si nascose come un reietto. Dovette ricominciare da capo”.

Il pranzo a casa di Berlusconi in tuta con Craxi che chiede a Costanzo un’iniziativa politica per le donne socialiste, la vittoria a Locarno con un signor film molto d’essai e non proprio popolare alla Costanzo, Private (“Papà commentò: “È come se il proprietario di un teatrino di rivista scoprisse che suo figlio è Ibsen”) poi lo sguardo penetrante, sincero e sofferto: “Mio padre era per me una figura controversa. Non mi aprivo, non gli mostravo il mio dolore. Di consigli ne ho chiesti più a De André o a De Gregori (…) I detrattori lo additavano come un uomo di potere, come un navigatore amico di tutti, di Berlusconi e di D’Alema e anche a me spesso il suo lato pubblico risultava inautentico. Ma poi nel tempo ho scoperto che non faceva calcoli, semplicemente si muoveva come se dovesse dare davvero tutto a tutti (…) Papà aiutava in segreto molte persone, gente comune e colleghi dello spettacolo, no, non le dirò i nomi. Lei non ha idea di quante persone mi abbiano detto: tuo padre mi ha dato il consiglio giusto, tuo padre mi ha risolto un problema, tuo padre mi ha salvato la vita…”.