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Questione morale, Travaglio a La7: “È possibile che un senatore come Renzi si procacci affari in Stati esteri e in Aula non si muova una paglia?”

La questione morale esiste e non c’entra nulla col fatto che un parlamentare sia indagato o meno. Se uno è indagato per un fatto certo che confligge con l’art.54 della Costituzione, quello relativo alla disciplina e onore richiesti a tutti coloro che ricoprono cariche pubbliche, deve essere rimosso non perché sia indagato. Anche se ha fatto qualcosa che non è penalmente rilevante, ma che non collima con la disciplina e onore, se ne deve andare comunque“. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta le reazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al problema sollevato dal leader del M5s, Giuseppe Conte, sulla questione morale esistente nella maggioranza (“Questa idea per la quale, a sinistra generalmente intesa, si è garantisti con i propri ai massimi livelli cucce del cane comprese e giustizialisti con gli altri è un meccanismo che non funziona e che io non ho applicato in passato e quindi prego di non farmi lezioni di morale”).

Travaglio menziona il caso di Denis e Tommaso Verdini, che è penalmente rilevante e che “dovrebbe mettere in allarme la presidente del Consiglio perché Verdini è il quasi suocero di un ministro del suo governo e perché, dopo tanti anni di vacche magre, col Pnrr stanno arrivando barcate di soldi, che ovviamente le cricche vogliono mettersi in tasca”.

Il direttore del Fatto poi, a titolo di esempio di questione morale non penale, cita la vicenda di Matteo Renzi e del socio e amico Marco Carrai, sulla quale Il Fatto Quotidiano sta pubblicando ogni giorno il rapporto di 457 pagine curato alcuni anni fa dalla Guardia di Finanza su richiesta del Copasir: “Da questa relazione della Gdf, che è davvero una bomba atomica, non si capisce che lavoro faccia Renzi. Questo rapporto contiene dettagli sui rapporti di Renzi e di Carrai con oligarchi russi, con regimi del Qatar, degli Emirati Arabi, dell’Azerbaijan, cioè quelli che hanno fatto la pulizia etnica degli armeni nel conflitto del Nagorno-Karabakh, coi cinesi, coi servizi segreti israeliani e italiani“.

Travaglio aggiunge: “In Italia abbiamo una legge talmente ridicola per cui un senatore può prendere soldi da Stati esteri anche non alleati o addirittura nemici, visto che noi stiamo mandando le armi contro la Russia e sosteniamo Israele, tradizionalmente nostro alleato. E questi facevano affari col Qatar che finanzia e ospita i leader di Hamas. Ma che mestiere fanno questi signori? – continua – Al di là del fatto che non c’è niente di penale, è possibile che un senatore a gettone vada a procacciare a se stesso e ad altri degli affari in queste “culle della democrazia” e che in Parlamento non si muova una paglia e che nessuno dica che ci vuole una legge contro le lobby e contro chi prende soldi da Stati esteri?”.

E conclude: “Ma in nessuna democrazia europea si può fare questa roba qua. L’unico luogo in cui tutto questo può avvenire il Senato della Repubblica italiana. Nemmeno alla Camera si può fare. Insomma, dal fatto che non è reato al fatto che nessuna dica niente c’è una bella differenza“.