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Olimpiadi, la pista da bob a Cortina e gli incubi del sindaco: “Per gli impegni presi rischiamo il default del Comune”

Il sindaco di Cortina d’Ampezzo non dorme la notte. Tutta colpa delle Olimpiadi e dell’incubo dei debiti che potrebbero gravare in futuro sulle casse di un Comune, ricco, ma comunque piccolo. Diciotto mesi dopo l’elezione, nel bel mezzo della bufera riguardante la pista da bob, Gianluca Lorenzi lo ha ammesso pubblicamente nel corso di un consiglio comunale che all’ordine del giorno aveva, tra l’altro il documento di programmazione delle spese infrastrutturali per i prossimi tre anni, fino al 2026, l’anno dei Giochi invernali. Ha addirittura paventato il rischio “del default”, esprimendo per la prima volta il disagio del primo cittadino che rinfaccia al suo predecessore di avere firmato gli accordi olimpici “con superficialità”. Lo sfogo è nato dalla riflessione sui conti che si comincia a fare ai piedi delle Tofane, nel caso in cui il nuovo progetto light di pista voluto dal ministro Matteo Salvini debba trovare imprenditori pronti a realizzarlo e il Cio disposto a concedere una proroga di oltre un semestre per i lavori e l’omologazione della pista per le gare di bob, skeleton e slittino. Il bando per la nuova gara europea da 81,6 milioni di euro è stato pubblicato il 29 dicembre 2023, la scadenza per far pervenire le offerte scadrà a mezzogiorno del 18 gennaio 2024.

A mettere alle corde Lorenzi è stato proprio l’ex sindaco Gianpietro Ghedina, che nel 2019 firmò gli impegni per la candidatura olimpica assieme al Comune di Milano, e alle Regioni del Veneto e della Lombardia. “Poco o nulla è stato inserito nel piano di programmazione di spesa 2024-26 per quanto riguarda le Olimpiadi. Un capitolo con risorse già programmate sarebbe stato quanto mai opportuno. C’è disaffezione verso l’evento olimpico da parte del sindaco e del Comune, che non riferiscono alcuna notizia alla cittadinanza, a cominciare dalla pista da bob”.

La risposta del sindaco è stata sorprendente. “Le Olimpiadi le ha prese lei, Ghedina, nel 2019. In 18 mesi stiamo rincorrendo una situazione che è stata lasciata completamente allo sbando. Io non dormo la notte per gli impegni che lei ha firmato e che il Comune si è assunto per la gestione dei Giochi”. Lorenzi ha cercato di coinvolgere Ghedina nell’atto di pentimento: “Visto che quegli impegni li ha firmati lei, penso che di notte non ci dorma neanche lei. Noi stiamo facendo di tutto e di più per coprire quelle garanzie che con superficialità sono state firmate, senza avere nota dei numeri che vengono dati a questa amministrazione e che mi preoccupano”.

La visione è piuttosto apocalittica, a dimostrazione di quanto i grandi eventi sportivi possano avere effetti negativi in comunità piccole e in realtà amministrative dalle risorse modeste. Lorenzi ha aggiunto: “Se io dovessi andare a guardare l’impegno che questo comune dovrebbe sostenere per le Olimpiadi, rischiamo il ‘default’ dell’amministrazione. Stiamo cercando di formare un fondo di garanzia per cercare di fare fronte agli impegni, poiché non vogliamo far ricadere queste Olimpiadi sui cittadini di Cortina”.

A preoccupare il sindaco è soprattutto la gestione della pista, se dovesse essere costruita. Nei giorni scorsi, quasi con il cappello in mano, in un’intervista aveva indicato in almeno un milione di euro all’anno il fabbisogno di spesa corrente per mantenere l’impianto in funzione. Così aveva chiesto alla Regione Veneto un finanziamento di almeno 400 mila euro annui, altri 100 mila euro alle federazioni sportive, poi l’aiuto di imprenditori, sotto forma di versamenti o di sponsorizzazioni. In consiglio si è limitato a dire: “Stiamo cercando di mettere il Comune di Cortina in una situazione di sicurezza. È stata inviata una lettera al governo per ottenere quelle coperture che oggi non sarebbero nelle possibilità di questa amministrazione e il 7 gennaio avremo un incontro in Regione Veneto per parlare di questi temi”. La trattativa a Venezia e Roma per ottenere aiuti è aperta.

Di fronte alle accuse, l’ex sindaco Ghedina ha replicato: “Tutti gli enti promotori della candidatura olimpica italiana hanno firmato garanzie standard”. La consigliera di minoranza Roberta De Zanna ha attaccato: “Sono molto colpita dalle parole del sindaco che non dorme la notte. Finalmente si è squarciato il velo, il re è nudo. Le Olimpiadi, al di là delle belle parole, sulle grandi opportunità sono diventate un incubo”. Poi ha aggiunto: “Non è una novità, da quando ci sono le Olimpiadi, i budget sono sempre stati sforati, le promesse di legacy (lasciti di opere, ndr) ai territori non mantenute e i paesi organizzatori si sono ritrovati pieni di debiti. La prima cosa da fare per farle ritrovare il sonno, signor sindaco, sarebbe quello di dire di no alla pista da bob. Ci toglieremmo l’incubo di dover pagare un milione all’anno per la sua gestione”.