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Sparatoria a Praga, “studente eccellente e fedina penale pulita”. Kozak aveva già ucciso, “in cantina un bunker”

Quella che è stata descritta come la peggiore sparatoria di massa nella storia della Repubblica Ceca era già nelle intenzioni del killer da tempo. “Mi presento, mi chiamo David e voglio fare una sparatoria a scuola e possibilmente suicidarmi”, aveva scritto in un messaggio sul suo account Telegram David Kozak, lo studente ceco di 24 anni che giovedì 21 dicembre ha ucciso 13 persone in una sparatoria all’università di Praga e ferito altre 25 di cui 10 gravemente. Il ministro degli Interni ceco Vit Rakusan ha dichiarato che gli investigatori non sospettano alcun legame con ideologie o gruppi estremisti: “Non ci sono indicazioni che questo crimine sia legato al terrorismo internazionale”. Ma sul profilo e il recente passato di Kozak sono molti i dettagli che gli inquirenti dovranno interpretare. Intanto in Repubblica Ceca è stato dichiarato il lutto nazionale per la giornata di sabato 23 dicembre. “Vorremmo invitare tutti a onorare la memoria delle vittime con un minuto di silenzio, a mezzogiorno di sabato”, ha detto il primo ministro Petr Fiala.

Kozak viveva Hostoun, nei pressi di Kladno a trenta chilometri da Praga e stava conseguendo un master in storia polacca all’Università Carlo IV. Di uno “studente eccellente” ha parlato il capo della polizia Vondrasek. Secondo la Bbc, uno studente omonimo ha vinto un premio all’Istituto polacco di Praga per una tesi di laurea sugli eventi rivoluzionari del 1846 a Cracovia. “Era un ragazzo tranquillo, un introverso. Non parlava molto con noi”, ha detto uno studente a Radio Praga International. Un ex compagno di scuola lo ha descritto come “molto discreto, non parlava con molte persone”.

Quando alle ore 15 di giovedì 21 dicembre è stata allertata di quanto stava accadendo all’università, la polizia era già alla ricerca dell’assalitore dopo che il padre era stato trovato morto, attorno alle 12.40, nel villaggio di Hostoun. Ma le ricerche si sono inizialmente concentrate verso un altro edificio dell’Ateneo, dove il giovane avrebbe dovuto seguire un corso. Dopo l’omicidio del padre, Kozak sarebbe “partito per Praga dicendo di volersi suicidare”, ha dichiarato Martin Vondrasek, capo della polizia che ha subito sospettato l’uomo per altre morti. Lo studente è con la “massima probabilità” responsabile del duplice omicidio avvenuto la scorsa settimana nella foresta di Klanovice alla periferia di Praga. Li aveva ucciso a caso una neonata di due mesi e il padre di 32 anni. La polizia è arrivata a questa versione dalle prove trovate ieri pomeriggio nella casa di famiglia a Hostoun, nella regione di Kladno.

La polizia ha detto che Kozak possedeva legalmente diverse armi, ma che non era noto alle forze dell’ordine. “Secondo i controlli, l’autore del crimine ha la fedina penale pulita. Non è stato trovato nulla di riprovevole sul suo passato”. Secondo i media cechi, il giovane soffriva di problemi psicologici. Dopo la strage al quarto piano della Facoltà di Arte dell’Università di Praga, quando si è reso conto di essere circondato e che i poliziotti gli si avvicinavano, si è suicidato sparandosi con un fucile. Lo conferma la polizia che ha diffuso i filmati delle telecamere montate sulle uniformi dei poliziotti entrati nell’edificio della Facoltà. Sul posto aveva portato un arsenale, compreso il fucile di precisione col quale ha aperto il fuoco all’esterno. Ma anche nella casa di Hostoun, secondo il sito Prahaln.cz, è stato trovato un ordigno composto “da bombole, munizioni, materiale pirotecnico e sostanze chimiche”, ha detto una fonte vicina alle indagini convinta che ha parlato di una grande bottiglia, con diversi cavi collegati che conducevano ad altre apparecchiature. “A mio parere un sistema che avrebbe causato l’esplosione. La cantina sembrava un bunker“, ha dichiarato il testimone.

Secondo le indagini, Kozak si sarebbe ispirato a “un caso simile avvenuto in Russia”. Quello di Alina Afanaskina, una ragazza di 14 anni che ha ucciso due studenti e ferito cinque persone all’inizio di dicembre a Bryansk, prima di suicidarsi. “Ho aspettato, ho sognato, volevo, ma Alina alla fine è arrivata, era come se fosse venuta in mio aiuto dal cielo giusto in tempo. Alina mi è stata molto vicino”, aveva scritto Kozak, promettendo di voler “completare il suo lavoro”. Anche il 19enne Ilnaz Renatovich Galyaviev, il protagonista della strage nella scuola di Kazan in Russia, con 9 morti l’11 maggio 2021, potrebbe aver ispirato la strage di Praga. “Ho sempre voluto uccidere – aveva scritto Kozak nel diario attribuitogli dalla polizia – è più redditizio fare una strage di massa piuttosto che omicidi seriali”.