Politica

La Lega ha finalmente scelto l’Autorità per la Laguna di Venezia. Il M5s protesta: “Urbanista in pensione senza competenze specifiche”

Sono dovuti trascorrere tre anni e tre mesi prima che dal governo venisse la nomina del presidente dell’Autorità per la Laguna di Venezia. L’ente fu varato nel settembre 2020, quando presidente del Consiglio era ancora Giuseppe Conte, per affrontare in maniera organica i problemi di gestione del delicatissimo ambiente veneziano, in contemporanea con l’avvio a completamento del Mose, il sistema di dighe mobili realizzato per salvare la città dalle acque alte. La scelta di Roberto Rossetto, urbanista e paesaggista di 71 anni, annunciata il 10 novembre dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (avvenuta con il plauso del sindaco Luigi Brugnaro e del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia), viene però contestata dal Movimento 5 stelle che ha presentato un’interrogazione parlamentare, con primi firmatari l’ex ministro Sergio Costa e il deputato veneto Enrico Cappelletti.

Le ragioni sono due: mancanza di competenza specifica e status di pensionato dell’interessato. I deputati pentastellati sottolineano innanzitutto che “l’urbanista Roberto Rossetto non ha ricoperto ‘incarichi istituzionali di grande responsabilità e rilievo’ come richiesto dall’articolo 95 del decreto-legge 14 agosto 2020 n. 104 che istituiva l’Autorità”. Inoltre, “appare in contrasto con il comma 9 dell’articolo 5 del decreto-legge n. 95 del 2012, che vieta l’attribuzione di incarichi ai lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza”.

Sullo sfondo c’è stato l’impasse durato alcuni anni per l’incapacità di trovare un candidato autorevole ed esperto, ma anche gradito al potere politico. Mesi fa erano stati avanzati i nomi del generale Giovanni Mainolfi, già comandante regionale veneto della guardia di Finanza (ma ancora richiamabile dallo Stato) e dell’ex prefetto di Venezia, Giovanni Zappalorto. Il solido curriculum istituzionale di entrambi e l’indubbia garanzia che avrebbero dato sul fronte del rigore hanno dovuto però arrendersi alle logiche politiche. A inizio novembre il generale Mainolfi aveva diffuso una nota con cui prendeva atto della mancanza di consenso di tutte la parti pubbliche, di fatto quindi si ritirava. “Avrei avuto e avrei un interesse solo se vi fosse l’unanimità di tutti gli attori interessati alla nomina” dichiara ora a ilFattoQuotidiano.it.

Dal cilindro è così uscito il nome di Rossetto, un urbanista, con alle spalle una lunga attività professionale privata, anche se svolta con appalti pubblici. La nomina per essere perfezionata attende l’emanazione di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che dovrà essere trasmesso alle commissioni parlamentari competenti per il parere. L’impegno del presidente riguarderà anche il Mose, ma Rossetto in una intervista ha già fatto sapere che per lui il tema verrà affrontato a partire dal 2025, quando i lavori saranno effettivamente conclusi e l’opera collaudata. Per quanto riguarda la Laguna di Venezia, si occuperà innanzitutto del piano morfologico. Ed è su questo aspetto che i Cinquestelle manifestano ulteriori perplessità.

“Sono discutibili le dichiarazioni di Rossetto che, subito dopo la nomina, afferma di ritenere fondamentale l’approvazione del piano morfologico. – dichiarano i Cinquestelle – Un piano morfologico è vigente, ed è quello del 1992, e contiene impegni precisi e vincolanti di cui molti ancora inattuati o perfino traditi”. Nel 2001 il governo ha imposto un aggiornamento del piano, per inserire tra le prescrizioni “il potenziamento degli interventi per la riattivazione dei dinamismi naturali, il contrasto delle azioni distruttive dell’ambiente naturale, la realizzazione delle opere necessarie al riequilibrio idrogeologico e morfologico della laguna”. Una prima versione fu bocciata nel 2018 dalla commissione Via e dal ministero dell’Ambiente perché troppo “evasiva”. La valutazione si è ripetuta nel 2022 con una seconda versione. “Non sembra pertanto possibile ‘approvare’ il piano morfologico (l’aggiornamento del piano), bensì occorre riscriverne totalmente sia i contenuti programmatici che le relative misure attuative, dando attuazione alle indicazioni per una vera ed efficace salvaguardia delle città e della Laguna” concludono i deputati.