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Gruber replica a Meloni: “Non abbiamo discusso della sua biografia, ma della cultura politica che esprime, anche intimidendo i cronisti”

“Qui non vengono fatte strumentalizzazioni politiche, né si è discusso della biografia di Giorgia Meloni ma della cultura politica che lei esprime e che evidentemente esprime anche col poter intimidire i giornalisti. Ma siccome siamo giornalisti di lungo corso, abbiamo le spalle larghe”. Lo ribadisce a Otto e Mezzo (La7) Lilli Gruber nel corso di un vivace botta e risposta con col direttore di Libero Mario Sechi, già responsabile della comunicazione di Giorgia Meloni.

La replica della giornalista fa seguito a una nota da lei inviata ieri mattina in risposta al post polemico della presidente del Consiglio, che sui social ha diffuso una foto immortalante lei, la figlia neonata, la madre e la nonna con la didascalia: “Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo. Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di “cultura patriarcale” della mia famiglia. Davvero senza parole”.

Meloni si riferisce a una domanda retorica pronunciata da Gruber la sera prima, mentre obiettava al giornalista di Libero Francesco Specchia il fatto che avessimo una premier donna: “Sì, abbiamo una donna come presidente del Consiglio, però ci tiene a essere chiamata “il” presidente del Consiglio, per me un mistero della fede. Sarà anche questa una cultura di destra patriarcale?”.

Stavolta la conduttrice puntualizza: “Giorgia Meloni ha attaccato personalmente me e la trasmissione. Dopo questo post da lei pubblicato, è partita una serie di attacchi di suoi fedelissimi che hanno sostenuto cose che io non ho mai detto, affermando che io avrei attaccato la sua famiglia. Cosa che non è successa, né avrei interesse a farlo”.
E chiede a Sechi: “Il problema di fondo è il fatto che un o una presidente del Consiglio attacchi personalmente un giornalista? Diciamo che normalmente nelle democrazie mature non accade, non si fa, fa parte del galateo anche istituzionale. La iper-sensibilità alle critiche, nel caso specifico, è un segno di forza o di debolezza?”.

“Meloni ha risposto a una tua opinione con la sua storia – replica Sechi – Scusami, Lilli, ma io non vedo un attacco personale a te e alla trasmissione. Tu hai detto che Meloni sostanzialmente è un esempio di patriarcato”.
“No – ribatte la giornalista – Non ho detto questo. Bisogna riguardarsi la trasmissione”.
“Di fatto tu sostieni questo – continua il direttore di Libero – Lo puoi sostenere benissimo, ma non puoi pretendere che il presidente del Consiglio non risponda”.
“Ma stiamo scherzando? – obietta Gruber – Ma io mica ho rivolto una domanda alla presidente del Consiglio, che peraltro è sempre invitata ed è la benvenuta. Ma cosa vuol dire? Non sono mai stata attaccata personalmente da nessun presidente del Consiglio prima di lei“.
E quando, come il giorno prima Specchia, Sechi sottolinea che Meloni è una premier donna, la conduttrice ribadisce: “Ogni donna vale per i valori che rappresenta e che cerca di portare avanti“.