Cronaca

Il padre di Filippo Turetta incontra due parenti di Giulia Cecchettin: ‘Ha espresso cordoglio e turbamento’. Poi l’sms all’altro papà: ‘Perdono’

Un “incontro privo di formalismi”, avvenuto durante la fiaccolata di domenica sera a Vigonovo, tra il padre di Filippo Turetta, Nicola, e due parenti di Giulia Cecchettin, durante il quale il genitore del ragazzo arrestato per il femminicidio dell’ex fidanzata gli ha esposto il proprio cordoglio e turbamento. È quanto avvenuto nel giorno del fermo del giovane lungo un’autostrada in Germania al termine di una fuga durata una settimana e all’indomani del ritrovamento del corpo di Cecchettin, in una scarpata nella zona del lago di Bracis.

“Il padre di Filippo ha partecipato con me alla fiaccolata e in quell’occasione ha avvinato alcuni parenti di Giulia. Un incontro privo di formalismi – ha raccontato il legale del 22enne, Emanuele Compagno, che ha assistito al faccia a faccia – che dimostra ancora la vota la grande dignità dimostrata in questa vicenda dalle due famiglie, tutto si è svolto nel rispetto reciproco, così come nei giorni precedenti ed anche dopo il ritrovamento di Giulia”.

Lunedì, invece, Nicola Turetta ha invitato un messaggio a Gino Cecchettin, il padre di Giulia, per esprimere “la massima partecipazione al loro dolore, e una forte vicinanza” chiedendo “perdono” e aggiungendo che “Filippo dovrà pagare quel quello che ha fatto”. Lo ha reso noto Emanuele Compagno, difensore del giovane. Nei giorni precedenti alla scoperta del cadavere, le due famiglie – seppur ognuno per la propria parte – era apparse insieme davanti alle telecamere per lanciare un appello nella speranza, risultata vana, che entrambi ritornassero a casa. Le dichiarazioni erano arrivate in un giorno in cui sembrava già profilarsi lo scenario peggiore essendo emersi alcuni comportamenti di Turetta che avevano portato il padre, la sorella e gli zii di Giulia Cecchettin a esprimere timori per le sorti della studentessa di ingegneria, uccisa l’11 novembre in circostanze ancora in parte da ricostruire e poi gettata in un canalone nella zona tra il lago di Bracis e Piancavallo.

Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha sottolineato in giornata che Turetta “ha diritto come tutti gli indagati di essere trattato in maniera serena, obiettiva, da parte non solamente della procura, che garantisce i diritti di tutti quanti in questa fase, ma anche da parte dell’opinione pubblica che deve frenare un momento questa partecipazione emotiva, che può creare e che sta creando, difficoltà non alle indagini ma alle persone coinvolte, ai genitori dell’indagato”. L’invito del procuratore è arrivato perché a suo avviso “il clima non è positivo”, pur capendo “naturalmente l’attenzione per un caso così grave che ha colpito tutti quanti, sappiamo che questa cosa ha colpito moltissimo proprio perché è una cosa che può colpire tutti quanti” ma “a questo punto le indagini devono proseguire nella calma e nella serenità che tutte le indagini hanno e devono avere”.