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Sinner batte Djokovic: la vittoria alle Atp Finals di Torino è l’apice di una rivoluzione profonda (e un cambio radicale di prospettiva)

L’ultimo tabù è crollato. L’esame di maturità è superato. Il ragazzo è diventato uomo. Jannik Sinner compie l’impresa e batte il numero 1 del mondo Novak Djokovic con il punteggio di 7-5, 6-7, 7-6, mandando in delirio un Pala Alpitour di Torino in formato Coppa Davis. Più di tre ore di battaglia ad altissimo livello che equivalgono a un ennesimo spartiacque della carriera, ma che non valgono ancora la prima semifinale alle Atp Finals di un tennista italiano. Per quella servirà un ultimo sforzo nel match contro Holger Rune giovedì sera. Vincere per conquistare il primo posto nel girone ed evitare pericolosi calcoli.

Quello contro il serbo è un successo che scuote tutto l’ambiente delle Atp Finals e che potrebbe avere delle ripercussioni per il prosieguo della settimana. Djokovic resta il favorito, ma dopo questa partita contro Sinner lo è un pò meno. L’azzurro – vista anche la sconfitta di Carlos Alcaraz all’esordio contro Alexander Zverev e la sua forma non eccelsa – ora è riconosciuto da tutti come il vero anti-Nole del torneo. Non è solo la rottura di un tabù, ma anche una candidatura per un posto specifico nelle gerarchie del tennis. Una partita che rappresenta l’apice di una evoluzione profonda portata avanti a partire dalla prima semifinale Slam a Wimbledon, sia sotto l’aspetto tecnico che, soprattutto, sotto quello mentale. Nella testa di Sinner tutto questo ora si traduce in un pensiero chiaro: anche il 24 volte campione Slam Novak Djokovic è battibile. È un cambio di prospettiva radicale, una sudditanza psicologica che viene messa definitivamente da parte. Ora Jannik Sinner è davvero pronto per competere per ogni titoli disponibile, Slam compresi.

La partita comincia all’insegna dell’equilibrio, con il servizio a farla da padrona. Djokovic ci mette poco però ad alzare il ritmo, ottenendo la prima palla break. Sinner la annulla con un ace, tiene il servizio e nel gioco successivo restituisce il favore. La prima occasione di allungo dell’azzurro viene però stoppata. Un uno-due isolato, che precede il momento che decide il parziale. E per Djokovic è un colpo durissimo. Il serbo ha tre palle per garantirsi il tie-break, si fa rimontare, commette doppio fallo e poi subisce il rovescio profondissimo di Sinner. Un break a cui segue l’errore di diritto del serbo sul set-point. Un finale inatteso che esalta Sinner e impensierisce Nole, incapace di una reazione immediata nel secondo set. La parità si protrae servizio dopo servizio senza occasioni da ambi le parti e in questo quadro il tie-break è la conclusione scontata. I mini-break sono continui, e alla fine le palle per chiudere se le prende Djokovic. La prima la spegne in rete il numero 1 del mondo, la seconda invece Sinner. Nel set decisivo la tensione sale. Al break di Jannik, risponde il contro-break immediato di Novak. Ogni punto pesa sempre di più, e con questo clima si arriva a un nuovo tie-break. E questo volta Sinner è perfetto, guadagnandosi cinque match point all’interno di un palazzetto letteralmente in delirio. Il primo finisce in corridoio, non il secondo. La vittoria più importante della carriera viene suggellata da uno smash liberatorio.

“Non esiste un posto migliore per battere il numero 1 al mondo – ha detto Jannik nel post partita -, era una storia molto simile a quella di Medvedev che non riuscivo mai a battere. Sono riuscito a giocare i punti importanti nel modo migliore, quando ho perso il secondo set è stata molto dura, ma grazie a voi abbiamo vinto insieme. Il privilegio non è vostro che avete visto il match, ma sono io il privilegiato a sentire questo amore”.