Il disco (perché di questo stiamo parlando) è disponibile esclusivamente in formato fisico e non in digitale, per scelta dello stesso Guccini
Francesco Guccini ieri, venerdì 10 novembre, è tornato con un nuovo progetto discografico dal titolo “Canzoni da osteria”. Un vero e proprio concept album che segna il ritorno in musica del cantautore. Quattordici tracce che ripercorrono storia, tradizioni, folklore e cultura. Il disco (perché di questo stiamo parlando) è disponibile esclusivamente in formato fisico e non in digitale, per scelta dello stesso Guccini.
E proprio nella giornata di ieri, nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, il cantautore ha raccontato il suo progetto agli studenti dell’Ateneo e alla stampa presente, non prima di aver ospitato il coro Orobica degli alpini sulle note di “Bella Ciao”. Il canto popolare contenuto nel nuovo disco Guccini lo ha voluto dedicare alle donne iraniane perseguitate dal regime: “Vi ho messo delle parti in farsi e l’ho declinata al femminile”.
E se consideriamo che ormai la prima serata in televisione inizia non prima delle 21:30, potremmo ipotizzare che Guccini non sia proprio un telespettatore fedele della televisione. Eppure non è mancata una frecciatina nei confronti delle scelte della Rai e dell’attuale governo: “Gli oppressori sono anche da noi. E per sapere chi sono basta chiederlo a Fazio, a quelli cacciati dalla Rai”, ha commentato Guccini. Per poi proseguire: “Su questo conflitto ho le idee molto chiare. Non sopporto le tifoserie che vedo in tv. Io sto con chi sta in mezzo, le vittime”.
Francesco è un vero fiume in piena e, punto per punto, sviscera tutte le polemiche degli ultimi giorni. “Io capisco le ragioni di Zerocalcare (non aver preso parte al Lucca Comics, ndr) perché anch’io ho fatto i miei boicottaggi. Quando non ero d’accordo con Berlusconi, non sono mai andato nelle sue reti. Anche se nessuno mi chiamava, quindi non ho fatto troppa fatica”.
Poi, ad effetto slalom, una frecciatina al ministro della Cultura Sangiuliano: “Per i miei problemi alla vista non riesco più a leggere come facevo prima e questo mi fa soffrire. Un po’ come il Ministro, del resto. Lui di sicuro non leggerà i libri come non ha letto quelli del Premio Strega”. E a chi gli alza la palla sull’effetto Mäneskin nel panorama musicale, Guccini risponde e sembra avere le idee molto chiare: “Mi trovo d’accordo su quanto detto da Riccardo Muti. Si parla troppo dei Maneskin e troppo poco della cultura italiana. È anche vero però che fanno un buon lavoro, se sono ascoltati in tutto il mondo”. E in quell’osteria senza tempo Guccini sembra ritrovarsi, consapevole che i tempi (per l’appunto) sono cambiati per tutti noi.