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Soumahoro, nuova grana: la Corte d’Appello di Bologna chiede la sua decadenza da deputato. “Irregolare il rendiconto dei fondi elettorali”

Irregolarità nella rendicontazione di 12mila euro di fondi pubblici ricevuti in campagna elettorale. È la ragione per cui la Corte d’Appello di Bologna, al termine della revisione svolta d’ufficio sulla documentazione di ogni candidato, ha chiesto alla Camera dei deputati di far decadere dal seggio Aboubakar Soumahoro, eletto con l’Alleanza Verdi e Sinistra in uno dei collegi proporzionali dell’Emilia-Romagna. Una nuova grana per il sindacalista dei braccianti, già da mesi nella bufera a causa dell’indagine nei confronti della moglie Liliane Murekatete e della suocera Marie Thérèse Mukamitsindo, accusate di aver sottratto denaro destinato all’accoglienza dei migranti nella loro coop (ospitati in condizioni fatiscenti) e per questo, nei giorni scorsi, sottoposte agli arresti domiciliari. Lo scandalo derivato dalla vicenda ha costretto Soumahoro a lasciare il gruppo di Avs e trasferirsi nel Misto.

Ora – come riporta il Corriere della Sera – l’ufficio di presidenza di Montecitorio ha dato seguito alla richiesta della corte bolognese affidando la pratica alla Giunta per le elezioni, che ha avviato l’iter per la decadenza. Il deputato di origine ivoriana però nega ogni addebito: “Le contestazioni di irregolarità che mi vengono mosse riguardano aspetti meramente formali. I fondi – come previsto dalla legge – sono stati tutti utilizzati per la campagna elettorale”, comunica in una nota. “I miei avvocati stanno predisponendo il ricorso contro il provvedimento della Corte d’appello di Bologna. La Giunta per le elezioni, che è l’organo parlamentare competente, riceverà quanto prima la mia documentazione per fare piena luce su ogni aspetto. Sono sereno, dimostrerò la mia assoluta trasparenza nelle sedi opportune”, conclude.

Non è la prima volta, peraltro, che Soumahoro viene accusato di scarsa affidabilità nell’utilizzo di fondi, pubblici o privati. A settembre 2022 Sambarè Soumahila, co-fondatore insieme a lui della Lega braccianti – una ong a tutela dei lavoratori delle campagne – aveva denunciato di non aver mai avuto accesso ai conti correnti dov’erano raccolte le donazioni provenienti dalla piattaforma GoFundMe, e di non aver mai saputo come fossero stati utilizzati quei soldi. Le polemiche avevano riguardato in particolare una vicenda risalente al Natale 2021, quando Soumahoro si era recato vestito da Babbo Natale nel ghetto di Borgo Mezzanone per consegnare i regali ai bambini migranti dopo aver raccolto allo scopo 16mila euro. Ma in quel ghetto, facevano notare sindacalisti e volontari, di bambini non ce n’erano o quasi.