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Amnesty non partecipa a Lucca Comics, Ruggieri del Riformista e Panella senza freni contro Noury durante il suo intervento a La7

“Andate a rompere i coglioni all’ambasciata israeliana”, “Vi dovete vergognare”, “Salvini ha ragionissima“, “A una persona normale come me generate veramente totale repulsione“, “Sfiorate l’antisemitismo“, “Cambi lavoro”. Sono alcune delle frasi che durante L’Aria che tira (La7) Andrea Ruggieri, direttore responsabile del quotidiano renziano Il Riformista ed ex deputato di Forza Italia, ha lanciato contro il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury, a seguito della decisione dell’organizzazione umanitaria, identica a quella di Zerocalcare e Fumettibrutti, di non partecipare alla fiera del fumetto Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata israeliana.

Noury definisce “incommentabile” il tweet di Matteo Salvini a riguardo (“Questo si chiama razzismo“) e spiega la posizione di Amnesty International, col sottofondo dei borbottii di Ruggieri e del giornalista Carlo Panella: “Mentre una bandiera può rappresentare un popolo, un’ambasciata rappresenta il governo. Dopo gli efferati e spaventosi crimini di guerra commessi da Hamas, la reazione di Israele è stata basata, a sua volta, su crimini di guerra e su violazioni del diritto internazionale e umanitario. E nelle ultime settimane queste violazioni sono diventate sempre più frequenti – continua – producendo un numero spaventoso di vittime civili, obbligando oltre un milione di palestinesi al trasferimento forzato, costringendo alla fame le persone. Nessuno è al sicuro e nel frattempo continuano i lanci dei razzi di Hamas sui centri abitati israeliani”.

E aggiunge: “La situazione nelle ultime settimane è mutata rispetto a un mese fa o a 6 mesi fa, quando il patrocinio dell’ambasciata israeliana al Lucca Comics è stato concesso. Questo, nel momento in cui Amnesty International denuncia crimini di guerra da entrambe le parti e gli attacchi di Israele contro la popolazione civile di Gaza, rende incompatibile il fatto di stare lì. Non possiamo stare in quell’evento“.

“Ma parliamo di un festival di fumetti”, obietta il conduttore David Parenzo.
Gli fa eco Ruggieri, a cui si accoda pure Carlo Panella, ex militante di Lotta Continua e già giornalista di punta di Mediaset e del Foglio. “Se vi sta tanto a cuore il popolo palestinese – accusa il direttore del Riformista – dovreste essere voi i primi censori pubblici di Hamas, un’organizzazione terroristica che è il primo problema dei palestinesi. E voi andate a rompere i coglioni all’ambasciata israeliana che dà un patrocinio a un festival di fumetti, facendo equivalere un’organizzazione terroristica a uno Stato democratico? Vi dovete vergognare. Sappiate che a una persona normale come me generate veramente un senso di totale repulsione. Salvini ha ragionissima. Sfiorate l’antisemitismo”.

“Per un’organizzazione umanitaria – replica Noury – essere accusata di antisemitismo è inaccettabile. L’antisemitismo è antitetico ai diritti umani. Mi citi quando Amnesty ha detto o fatto qualcosa che possa risultare antisemita. Se voi leggeste con attenzione tutti i comunicati stampa di Amnesty International dal 7 ottobre, trovereste l’espressione inequivocabile ‘crimini di guerra’ , perché quelli sono: uccisioni di massa di civili“.

Insorgono Ruggieri e Panella che urlano a squarciagola: “Non sono crimini di guerra, è un pogrom. Hamas non è un esercito, è un’organizzazione terroristica. Sono due cose opposte. Se lei non capisce questo, cambi lavoro“.
Noury risponde pazientemente: “Uso il linguaggio del diritto internazionale e umanitario e non me ne vergogno. Lo faccio da qualche decina d’anni e lo faccio in tutte le occasioni in cui quella zona del Medioriente si infiamma. La Corte Penale Internazionale sta indagando dal 21 ottobre su quello che sta succedendo, compresi i crimini di guerra. Guardate che definire ‘crimini di guerra’ gli attacchi vergognosi di Hamas non è meno grave del dire che è un pogrom”.
Nuovo florilegio di insulti, stavolta di Carlo Panella che accusa Noury di non capire niente: “Io non so proprio chi ti abbia dato la patente”.