Televisione

Ballando con le stelle, Lino Banfi balla un valzer e si commuove ricordando la moglie Lucia: “È come strapparsi un pezzo di pelle”

L’attore ha accettato l’invito di Carlucci dopo 18 anni di corteggiamento da parte della conduttrice e produzione

Ieri sera, sabato 21 ottobre, è andato in onda su Rai1 il primo appuntamento della nuova edizione di Ballando con le stelle. Il dancing show condotto da Milly Carlucci quest’anno vede tra i nomi di spicco nel cast anche il nonno più amato d’Italia: Lino Banfi. L’attore ha accettato l’invito di Carlucci dopo 18 anni di corteggiamento da parte della conduttrice e produzione. Era stata proprio la moglie Lucia, scomparsa lo scorso 22 febbraio, a convincere Banfi ad accettare.

Nonno Libero ha portato a centro pista con la maestra Alessandra Tripoli un valzer. Un ballo dedicato all’amore della sua vita, con cui Banfi ha condiviso oltre 70 anni. Un’esibizione intima, toccante e forte: alle spalle dell’attore sul led la regia ha mostrato il volto di Lucia Zagaria, quasi fosse lì a condividere quel momento speciale con il marito. Da centro pista è arrivato quindi il momento di ricevere i voti da parte della giuria: un tripudio di 10. Solo a quel punto Banfi si è accorto della presenza della moglie sullo schermo. “È come strapparsi un pezzo di pelle, la ferita è ancora fresca”, ha raccontato tra le lacrime Lino. E ancora: “So che è un dolore che riguarda tantissime persone, non voglio cadere in questa cosa. Io però con lei avevo da poco festeggiato 61 anni di matrimonio, dopo 10 anni di fidanzamento, ci conoscevamo da ragazzini”.

L’attore pugliese ha poi tentato di esorcizzare il dolore con una promessa che avrebbe fatto ai figli prima dell’inizio dello show: “Avevo promesso ai miei figli che non avrei pianto, ma come si fa? Scusatemi, non volevo arrivare al pietismo…”. Impossibile non applaudire e commentare sui social questo momento toccante, che ci mostra un pezzo di vita vera, senza troppi giri di parole. Perché se c’è una lezione che Nonno Libero ci ha insegnato negli anni è: “Una parola è troppa e due sono poche”.