Cinema

Giancarlo Giannini: “Franceschini mi mandò via dal Centro Sperimentale di Cinematografia senza nemmeno un ‘grazie’. Forse ero troppo vecchio”

Intervistato dal Corriere della Sera, Giancarlo Giannini ha commentato il suo nuovo ruolo di consigliere al Centro Sperimentale di Cinematografia, dopo la nomina del governo Meloni

Franceschini mi mandò via, ma nemmeno un biglietto di ringraziamento”. Intervistato dal Corriere della Sera, Giancarlo Giannini ha commentato il suo nuovo ruolo di consigliere al Centro Sperimentale di Cinematografia, dopo la nomina del governo Meloni. Il 79enne attore spezzino, indimenticabile interprete di Travolti da un insolito destino e Mimì metallurgico… ha voluto sottolineare che non è la prima volta che un Ministro della Cultura lo chiama al CSC. “Sono contento di riprendere il percorso: sono stato insegnante, tutor, anche nel consiglio. Adesso aspettiamo la ratifica poi ci dovremo riunire. Non so ancora cosa farò, se anche il docente. Se ci hanno scelto si fideranno di noi. È il ministro che decide”.

Giannini rievoca infatti quando fu il ministro della cultura del governo di centrosinistra, Franceschini, a volerlo al CSC: “Mi chiamò e fu lo stesso che mi mandò via. Ma non mi intendo molto di queste cose. La cosa che mi è dispiaciuta è che non mi mandarono neanche un biglietto di ringraziamento, vent’anni lì e poi solo una telefonata che mi dice che devo andar via. Forse ero troppo vecchio”. L’attore ha poi voluto sottolineare che in ruoli del genere “l’esperienza serve”: “Ricordo quando nel cda c’era Dante Ferretti, non mi pare abbia fatto male dall’alto dei suoi Oscar”. Gianni riserva parole positive anche per il nuovo presidente del CSC, Sergio Castellitto (“So quanto vale”).

Infine, l’attore ha riservato una stilettata alla questione politica, ribaltandola. Se tutti parlano di cda meloniano (con Castellitto presidente la cosa fa ridere, ndr) l’interprete di Hannibal ha spiegato: “La politica non dovrebbe contare. Sarebbe bello. Ma posso dire che mi è capitato di chiamare qualcuno per insegnare e sentirmi dire che non si poteva per motivi politici”.