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Una raccolta di racconti dal Qatar svela un orizzonte sconosciuto al lettore italiano

di Federica Pistono*

Fra le opere di narrativa araba tradotte in lingua italiana nel 2023, un posto di particolare rilevanza spetta a Rinascita. Racconti dal Qatar (Unint University Press, a cura di N. Kalach), volume di apertura della collana “Voci dal Golfo/ Aṣwāt min al-Ḫalīǧ”, dedicata alla letteratura del Golfo Arabico Persico.

Si tratta di un’antologia di diciassette racconti brevi, scritti dalle autrici e dagli autori qatarioti più rappresentativi della letteratura contemporanea locale, tradotti per la prima volta in lingua italiana allo scopo di volgere lo sguardo verso una produzione letteraria pressocché sconosciuta in Europa.

I racconti – pubblicati in arabo tra il 1978 e il primo decennio del nuovo millennio – gettano una luce su questo piccolo paese, finora famoso soprattutto per la produzione di petrolio e gas naturale.
La tematica centrale dell’antologia è quella dell’impatto della modernità sulla tradizione. Il Qatar, infatti, resosi indipendente dal Protettorato britannico nel 1971, dopo aver utilizzato i proventi della vendita del petrolio e del gas per rinnovare rapidamente la propria economia, ha subito una trasformazione sociale tanto radicale quanto repentina. Nel giro di pochi decenni, la struttura socio-economica del paese, fino ad allora basata essenzialmente sulla pesca, sulla raccolta delle perle e sulla commercializzazione di prodotti locali, ha subito sconvolgenti rivolgimenti, con una transizione dal passato al futuro che ha generato una profonda crisi di identità.

I racconti della raccolta, brevi e brevissimi, affrontano proprio i temi che ruotano intorno al nodo dell’identità e della messa in discussione delle tradizioni, svelando una società venata da sentimenti di inquietudine e ansia di rinnovamento. Gli argomenti toccati sono eterogenei: la critica e la ribellione al sistema degli antichi valori, la questione dell’emancipazione femminile, i rapporti tra le generazioni, le problematiche legate alla terza età ma anche le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati orientali.

Il tema della crisi dei valori, presentato con stili e costruzioni narrative diversi, pervade tutti i racconti, anche quelli che apparentemente trattano argomenti lontani dal motivo del crollo dei vecchi schemi. In un modo o nell’altro, tutti i protagonisti s’interrogano sulla validità del modello di comportamento tradizionale: alcuni accolgono la propria sorte e accettano di seguire le orme dei padri, in un primo tempo contestati e rifiutati, altri invece tentano di percorrere strade nuove, dallo sbocco incerto.

Dei diciassette racconti, ben dodici recano una firma femminile, quasi a sottolineare il rilievo assunto dalla questione dell’emancipazione della donna nella letteratura qatariota. Le scrittrici delineano senza veli la posizione della donna all’interno della coppia e della società, raccontano l’aspirazione femminile alla libertà e all’indipendenza, narrano l’incubo del matrimonio combinato e il dramma della poligamia.

I temi del rapporto di coppia, del matrimonio, del divorzio, sono esplorati anche dalla prospettiva maschile, accompagnandosi al motivo dell’amore tra persone appartenenti a mondi diversi e a culture differenti o a quello del delitto maturato in ambito familiare, con un felice digressione nel genere poliziesco.

Tra le tematiche più interessanti trattate nella raccolta, emerge quella della condizione dei lavoratori emigrati dall’Asia orientale e dal Subcontinente Indiano, che trova spazio nel racconto incentrato sulla storia di un uomo che, per pochi spiccioli, vende giornali sotto il sole cocente di Doha, in un paese in cui circa il novanta per cento della popolazione è costituita da stranieri.

I rapporti tra genitori e figli, tra vecchi e giovani, la solitudine delle persone anziane, sono temi intorno ai quali si sviluppano alcuni racconti che ci restituiscono uno vivido spaccato della società qatariota. Per il suo particolare carattere comico si segnala infine un racconto il cui protagonista si dedica alla lettura di un ponderoso volume contenente la classificazione delle ingiurie più sanguinose racchiuse nella lingua araba.

La raccolta di racconti presenta l’indubbio merito di svelare al lettore italiano un orizzonte sconosciuto, di consegnargli una chiave per accedere alla cultura di un paese ancora inesplorato.

* Dottore di Ricerca in Letteratura araba, traduttrice, arabista, docente, si occupa di narrativa araba contemporanea e di traduzione in italiano di letteratura araba