Cultura

Due squinternati giornalisti molto di sinistra, un super uomo in divisa e 365 giorni per fermare un omicidio: il romanzo di Barbieri e Cicinelli

Il romanzo di Daniele Barbieri e Gianluca Cicinelli “”365”, edito da Calamaro Edizioni con una “stranezza editoriale”. “I mondi sottosopra del lungo ’68 e del troppo breve ’77 si riaffacciano nelle pieghe di questo romanzo ambientato fra l’oggi e il domattina”, si legge nella presentazione. “Due squinternati giornalisti molto di sinistra” e un super uomo in divisa ricevono una minaccia di morte a scadenza “365 giorni”. Perchè proprio loro tre? “Quasi impossibile che i due si fidino di un tipico rappresentante dello Stato, democratico solo quando vengono le calende greche. A parte le opposte visoni del mondo a dividere questo trio è l’ombra della lunga carcerazione dell’innocente Luigino Scricciolo che fu inquisito dallo Stato per 7171 giorni per poi essere assolto e morire poco dopo. La vicenda di Scricciolo è tragicamente vera. Tutto il resto potrebbe essere uno scherzo in un contesto serio, un desiderio “fantabiografato” oppure una profezia. Lo deciderà chi legge. Il libro è dedicato a Luigino Scricciolo. E la “stranezza editoriale”? Gli autori e Calamaro Edizioni hanno deciso di stampare quattordici copie con quattro fogli in più (rispetto alle copie normalmente distribuite in libreria) – con i disegni di Benigno Moi – dove vengono ipotizzati altri scenari per la trama del romanzo. Questi quattro fogli in più sono dentro ad una busta bianca che è attaccata nel piatto della quarta di copertina. I lettori a cui interessa conoscere questo “altro possibile” devono cercare le copie con i fogli in più in una delle quattordici biblioteche indicate nel libro. Pubblichiamo qui di seguito un estratto dal primo capitolo.

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«Cicinelli? Ma che cazzo fai qui?». Dietro la porta spalancata Barbieri intravede l’amico che ha una faccia perplessa come la sua.

«E tu? Non eri a Imola?»

«Sì, tre ore fa ero a Imola ma poi Lewis Hamilton mi ha portato qui, mortacci quanto corrono questi…».

«Scusate se interrompo i convenevoli. Abbiamo un po’ di cose serie da discutere insieme. Mi posso presentare?».

«Se non mi sbaglio lei è il colonnello Sergio Palermo, Primus per i titolisti… oppure un suo sosia» butta lì Cicinelli.

«Esatto. In primo luogo grazie di essere venuti, vedrete che… valeva la pena. Poi vi spiegherò. Ma adesso per favore andate a quel tavolo dove c’è il computer di Cicinelli e accendetelo».

I due vanno al tavolo, pensando (telepatia o banalità?) “fin qui tutto bene”.

«Ok, aprite la posta e guardate il messaggio delle 06,42».

«Senta colonnello o generale» azzarda Barbieri «questo significa che ci state controllando la posta? A due vecchietti come noi?».

«No, Barbieri. Significa che alle 06,42 io ho ricevuto il vostro stesso messaggio, per l’esattezza ero in cc, come vedrete. Adesso per favore leggete».

I due eseguono. Man mano la faccia di Barbieri somiglia sempre più a un pesce lesso mentre il sopracciglio di Cicinelli si alza a livello Mangiafuoco.

«Finito?» chiede Primus.

«E’ uno scherzo?» si butta Barbieri.

«No, ma prima di chiarirci ditemi cosa vi fa venire in mente questo messaggio. Anzi facciamo un gioco leggetelo ad alta voce e commentiamolo assieme».

«Leggo io» si precipita Gianluca: «Caro Cicinelli e caro Barbieri (anzi db come ti fai chiamare)…»

«Non è un segreto» interrompe Barbieri

«… troverete in cc il colonnello Sergio Palermo che se non ve lo ricordate è noto come Primum». Nel leggere Cicinelli allunga un occhio su Palermo che però non batte ciglio. «Anzi, secondo me lui adesso è davanti a voi perché se è bravo a fare il suo mestiere, come dicono, vi ha già fatto condurre in qualche caserma…».

«Vada avanti Cicinelli, non siamo a teatro. Non guardi il pubblico».

«Questa è una sfida a voi due, giornalisti provetti e a Primum. Fra 365 giorni da oggi, minuto più o minuto meno, io ucciderò una persona – Cicinelli si interrompe e precisa: “una persona” è sottolineato – ben nota al grande pubblico, come direste voi scribacchini. Forse, strada facendo, vi dirò qualcosa su di lui… o lei. Sta a voi scegliere da che parte stare: se darmi la caccia insieme a Palermo o ricordarvi da dove venite. La persona che ucciderò non è un criminale, secondo il Codice Penale, ma ha fatto del male a tutto il mondo…».

«Interessante questa sottolineatura» si inserisce Barbieri.

«Pare anche a me» si risveglia Primus che per qualche minuto si era perso dietro i suoi pensieri: «andiamo avanti».

Gianluca si schiarisce la voce, sistema il ciuffo e poi declama: «Al momento non so, se voi e Primum collaborerete. Io ogni mese forse vi darò un indizio…» e su questa frase si inserisce Barbieri: «come faceva Zodiac».

«E dopo lui tanti altri» aggiunge Palermo.

«C’è anche un romanzo arabo, di quel suo ex collega…» inizia Cicinelli ma Primum lo interrompe: «finisca di leggere per favore».

«Ogni mese un indizio per aiutarvi a scoprire chi sono. Se però non mi fermate al più tardi il 5 gennaio la persona predestinata morirà. VERRÀ UCCISA PUBBLICAMENTE. Per ora è tutto. A presto».

Silenzio.

«Avete commenti?». Il tono di Primus è dialogante, non da interrogatorio.

Cicinelli riprende fiato: «Bestemmie a parte, no. Ma se siamo qui evidentemente voi avete motivi per pensare che costui… («o costei» interrompe Daniele) … o costei, già, faccia sul serio».

«Sì, ma prima di dirvi cosa sappiamo noi vorrei le vostre impressioni a caldo. Cosa vi fa venire in mente un messaggio del genere?».

«Se non è uno scherzo… è proprio una brutta storia. Ma perché noi due?» sbotta Barbieri.

«Infatti perché? Con tutto il rispetto per il vostro lavoro» il tono di Primum è serio, senza tracce di ironia «voi due non siete proooooprio fra i giornalisti più famosi d’Italia».

«Verdad» sussurra Barbieri.

«E allora?» insiste il militare: «perché voi? E cosa avete in comune, oltre a essere amici ed ex gruppettari? Ma la primissima domanda resta: vi viene in mente un nome?».

Silenzio.

Poi «no» dice Cicinelli deciso e «no» conferma Barbieri.

«Sicuri?».

Il «sì» parte quasi in stereofonia.

«Luigi Scricciolo» dice Primus seccamente.

Mentre db scatta con un «che c’entra il povero Luigino?» anche Cicinelli si alza in piedi, visibilmente incazzato e quasi urla: «cioè? Di che parliamo?».

Primus prende un elastico fra le sue grandi mani, poi lo posa: «Voi avete un percorso politico simile ma neanche tanto, come migliaia di persone all’estrema sinistra. Però voi avete un punto di contatto emotivo e politico: eravate amici di Luigi Scricciolo».

Cicinelli e db si guardano. Con il corpo Barbieri fa capire che vuol dire qualcosa ma l’amico gli pone la mano su un braccio e fa: «Parlo prima io. Senta dottor Palermo, lei ha ragione: abbiamo in comune questo dolore cioè la persecuzione e la morte prematura di Luigino. Punto e basta. Sono passati molti anni e dunque con ogni evidenza Scricciolo non c’entra. Se poi lei vuole tenere questa storia in sospeso allora….» (guarda l’amico) «allora lei rischia di farci ricordare la lunga, schifosa persecuzione contro un innocente e la Ragion di Stato per cui neanche gli fu chiesto scusa. In questo caso noi usciamo da quella porta e arrivederci: se ci vuol vedere passi per un giudice. Se invece ritira quel nome allora riprendiamo il discorso da dove si è interrotto». Si gira verso l’amico come a chiedergli conferma e db con tono deciso dice solo: «E’ così».

«D’accordo, ho tirato un pallone nel buio. Scusate. Riprendiamo?».

Un attimo di pausa, poi Cicinelli ritrova parola: «Adesso però, tocca a lei. perché giudicate così serio questo messaggio? Al punto da farci venire qui».

«Giocherò pulito con voi. Da stamattina controllo le vostre biografie e mi sono fatto l’idea che voi non siate matti né pericolosi. Un po’ anti-Stato sì…» brevissima pausa: «ma pazzi, assassini e bombaroli no. Giusto?».

«Sì» scappa di bocca a Cicinelli.

«Io non vorrei fare il pignolo» aggiunge Barbieri «ma credo che dobbiamo definire meglio cosa significa pazzi e forse anche assassini. Un mio omonimo che fa il semiologo direbbe che la follia è cosa diversa per chi sta in alto e per chi non siede a tavola con i potenti».

«Grazie per la puntualizzazione. Scorrendo le vostre schede avevo capito che fra voi due il più caca-cazzo era lei, Barbieri ma non la prenda per un’offesa….».

«Per carità è un complimento» ghigna Barbieri.

«E allora diciamo che se voi per ora – Palermo calca la voce – vi fidate di me e io per ora mi fido di voi potremmo collaborare per tentare di capire chi è costui. Se fa sul serio bisogna fermarlo, giusto?».

«Costui o costei» si inserisce db.

«Vedo che insiste Barbieri. Ha qualche motivo per pensare che sia una donna o lo fa solo per sex balance?».

«La seconda che ha detto colonnello o quel che è. E mi risparmio le battute sulle statistiche criminali che mostrano un aumento della delinquenza femminile, senile e in divisa».

«Ok, ascoltatemi voi due. Smettiamo con battute e frecciate. Io adesso vi spiego perché stiamo prendendo questa roba ma-le-det-ta-mente sul serio. Se però voi lo dite in giro, o peggio lo scrivete senza la mia autorizzazione, vi farò cagare sangue. In senso tecnico, ovviamente».

«Emorroidale Watson» scappa a Barbieri ma è a bassissima voce e forse nessuno lo sente.

«D’accordo» dice Gianluca e dopo un attimo db bissa: «Anch’io».

(…)

«Qualcosa da dire subito?».

«Una domanda sciocca ma la faccio egualmente» è db a parlare: «avete già cercato di capire da dove viene quel messaggio?».

«Ovviamente» risponde Primus: «sembra essere stato generato nel caveau di una banca a Zurigo. Il che significa due cose: che il nostro sconosciuto, o la nostra sconosciuta che sia, ha notevoli capacità informatiche… se escludiamo che sia un banchiere svizzero» («mai dire mai» sussurra Cicinelli a se stesso) «e seconda cosa che ha un suo stile ironico, insomma vuole prenderci per il culo». Pausa. «Altre domande o idee?».

I due scuotono la testa.

«Allora per oggi potete andare. Ci risentiamo presto. E di sicuro ci rivedremo perché questa faccenda non finirà qui. E con me non provate nemmeno lontanamente a fare gli stronzi».

Mentre i due si guardano arriva la carota: « Ah Cicinelli, credo che lei non abbia pranzato, così se vuole mettere qualcosa sotto i denti e poi essere riaccompagnato a casa dirò ai colleghi di preparare un’auto qui sotto fra mezz’ora. Va bene? Lo stesso vale per lei Barbieri che mi dicono abbia già mangiato… anche la sua auto sarà pronta qui sotto fra mezz’ora».

«Temo i Greci … soprattutto quando portano doni» sussurra Gianluca ma la battuta è uscita talmente a bassa voce che nessuno la sente.