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Biden tradisce l’ultima promessa sui migranti: userà i fondi stanziati da Trump per ampliare il muro al confine col Messico

Aveva denunciato i provvedimenti del suo predecessore, Donald Trump, che aveva costretto intere famiglie di migranti centroamericani in gabbie, ampliando il promesso muro al confine con il Messico. Si era impegnato a ripristinare un approccio più umanitario sul tema immigrazione, salvo poi tradire più volte le sue promesse. Oggi, a circa un anno dalle prossime elezioni Presidenziali, Joe Biden concretizza l’ultimo tradimento nei confronti di chi aveva speso il suo voto sperando in una svolta sulle migrazioni. La sua amministrazione bypasserà infatti 26 leggi federali (alcune in materia ambientale) per costruire altri 32 chilometri di barriera nella Rio Grande Valley, usando fondi ad hoc già stanziati dall’amministrazione Trump nel 2019. Una mossa decisa per cercare di far fronte alla nuova emergenza migranti che riguarda il confine meridionale degli Stati Uniti, ma che ha già sollevato la protesta degli ecologisti e di parte della sinistra Dem.

A confermare le iniziali indiscrezioni di stampa è stato il segretario per la Sicurezza Interna, Alejandro Mayorkas: “Al momento c’è un acuto e immediato bisogno di costruire barriere fisiche e strade in prossimità del confine per impedire ingressi illegali negli Stati Uniti nelle aree interessate dal progetto”. Il presidente in persona ha tentato di giustificarsi dicendo di aver “cercato di convincerli a reindirizzare quei soldi. Non lo hanno fatto. Non lo faranno. Nel frattempo, non si può fare altro secondo la legge se non usare i soldi per lo scopo per cui sono stati stanziati. Non posso fermarlo“.

La rischia di diventare un pericoloso boomerang per il presidente. Dal suo partito, intanto, si levano le prima critiche: “I muri non funzionano – ha attaccato su X l’ex deputato ed ex candidato presidenziale dem texano Beto O’Rourke – Il presidente Biden aveva promesso che non li avrebbe costruiti, ora è ancora più difficile per gli elettori distinguere tra lui e Trump sul tema confine/immigrazione”.

Chi però passa veramente all’incasso è colui che, ad oggi, appare essere il principale sfidante dell’inquilino della Casa Bianca alle elezioni 2024, l’acerrimo nemico Donald Trump: “È così interessante vedere Joe Biden dover infrangere ogni regola ambientalista per dimostrare che avevo ragione nel costruire il muro al confine. Chissà se Biden si scuserà con me e con l’America per averci messo così tanto tempo e per aver consentito al nostro Paese di essere inondato con 15 milioni di migranti“.

In attesa di una conferma ufficiale dalla Casa Bianca, quello annunciato da numerosi media americani e internazionali rappresenta l’ultimo tradimento delle promesse elettorali su un tema che è stato al centro della campagna di Biden per il voto del 2020. Nelle menti degli americani e dell’opinione pubblica internazionale erano ancora vive le immagini delle famiglie rinchiuse in gabbie dopo essere state fermate al confine con il Messico, la decisione di Trump di distruggere i secolari luoghi di sepoltura dei nativi americani per costruire il suo muro e gli attacchi razzisti nei confronti della comunità ispanica. Su questo fece leva la narrazione di Biden che promise soluzioni nei primi cento giorni di mandato. La storia racconta però di promesse infrante. Appena entrato alla Casa Bianca, il presidente Dem ha smantellato parte della struttura costruita da Trump in tema d’immigrazione: ha firmato alcuni ordini esecutivi con cui ha cancellato il bando agli arrivi negli Stati Uniti da sette Paesi a maggioranza musulmana, ha creato una task-force per riunire le famiglie separate al confine messicano grazie alla politica di “tolleranza zero” di Trump, ha bloccato i fondi per la costruzione del muro (gli stessi che si appresta a ripristinare in queste ore), ha implementato politiche di accoglienza per rifugiati Lgbtq e cancellato la misura che rendeva più difficile ottenere un visto negli Stati Uniti per quei migranti che facevano uso di benefici sociali come il Medicaid. Misure che però non hanno portato al tanto promesso “approccio umanitario”: la politica delle espulsioni senza accesso a un tribunale è continuata, mentre migliaia di minori non accompagnati rimanevano stipati in piccole celle di cemento nelle strutture di confine. Inoltre, prima ha annunciato che avrebbe alzato il numero dei rifugiati accolti negli Stati Uniti ben oltre i 15 mila fissati da Trump per poi spiegare che per il 2021 si pensava di ammetterne proprio 15 mila, non di più.

Col passare dei mesi e degli anni, la situazione è pure peggiorata. Nemmeno un anno dopo la vittoria elettorale, nel settembre 2021, fecero il giro del mondo le immagini delle guardie di confine col Messico che inseguivano fruste alla mano i migranti entrati illegalmente negli Usa. Questa estate, la promessa di fermare gli arresti dei migranti si è infine infranta contro il muro dei numeri: a luglio, ad esempio, gli agenti statunitensi hanno effettuato più di 130mila arresti lungo il confine con il Messico, rispetto ai 99.545 di giugno. Segno di una chiara tendenza che troverebbe il suo definitivo compimento nella decisione di espandere il muro al confine meridionale del Paese, uno dei simboli della Presidenza Trump.

Twitter: @GianniRosini