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Portogallo, dal 2024 addio alle agevolazioni fiscali per i pensionati stranieri. Gli italiani nel Paese sono oltre 7000

Il Portogallo non sarà più il paradiso fiscale dei pensionati stranieri. Il governo di Lisbona ha annunciato che il Paese, meta di migliaia di persone che sceglievano di trasferirsi per pagare poche tasse sulla propria pensione, ha annunciato che non concederà più l’esenzione fiscale a questa categoria a partire dal 2024. La notizia arriva direttamente dal primo ministro portoghese, Antonio Costa, che in un’intervista alla Cnn ha dichiarato che “mantenerla in futuro equivarrebbe a prolungare una misura di ingiustizia fiscale immotivata e sarebbe un modo indiretto per continuare ad aumentare i prezzi nel mercato immobiliare”.

A partire dal 2009 in Portogallo è stato introdotto un regime fiscale agevolato per i residenti stranieri, creato per fronteggiare la crisi finanziaria dell’epoca e attrarre talenti con disponibilità economica. Tra le agevolazioni, i pensionati stranieri hanno beneficiato di un’esenzione totale fino al 2020 e successivamente di una flat tax al 10% sulla loro pensione a prescindere dal tipo di lavoro o provenienza dell’introito. Della misura hanno beneficiato circa 10mila persone, in gran parte pensionati italiani, britannici e francesi, ma anche svedesi e finlandesi.

Per gli altri stranieri che diventano residenti soggiornando nel Paese per almeno 183 giorni l’anno, è poi prevista un’agevolazione con aliquota al 20% per le professioni “ad alto valore aggiunto” tra cui quella da professore, architetto e giornalista. Un ulteriore benefit per gli stranieri riguarda invece l’esenzione dalle tasse per gli introiti di provenienza estera, tra cui ad esempio gli introiti derivanti da un affitto, se tassati nel Paese di origine.

A 15 anni di distanza dalla crisi del 2008, il governo socialista di Costa ritiene che un tale regime “non abbia più senso” e sia al contrario fonte del divario sociale che si è creato nel Paese più occidentale d’Europa negli ultimi anni. L’attrattività delle coste portoghesi ha infatti avuto conseguenze tangibili per il mercato immobiliare locale, portando a un aumento del prezzo delle case e degli affitti che ha messo in difficoltà i residenti portoghesi, il cui potere contrattuale è rimasto danneggiato a fronte dell’influsso di migranti stranieri con grande disponibilità economica. Secondo uno studio della Fondazione portoghese Francisco Manuel dos Santos, tra il 2012 e il 2021 il costo degli alloggi è cresciuto del 78% nel Paese rispetto al 35% dell’intera Unione Europea. Nel secondo trimestre del 2023, l’affitto medio di una casa è aumentato di un altro 11 per cento su base annua, secondo gli ultimi dati pubblicati. La gentrificazione ha interessato soprattutto le grandi città come Lisbona, Porto e la zona dell’Algarve. Anche per questo il premier ha parlato di un'”ingiustizia fiscale” che starebbe costando al governo 1.5 miliardi di euro di tasse non incassate.

L’esecutivo di Costa, pressato anche dalle proteste cittadine degli scorsi giorni che hanno visto migliaia di portoghesi scendere in strada per difendere il diritto all’abitare dei locali, ha quindi deciso di intervenire. Oltre ai tagli annunciati, tra le misure per disincentivare l’influsso straniero il governo ha da poco abolito il cosiddetto “visto d’oro“: un programma di incentivi all’immigrazione per i cittadini facoltosi provenienti dall’area extra Schengen, e ha predisposto l’affitto obbligatorio degli appartamenti sfitti da più di due anni nelle regioni più popolate.

Ma non tutto è perduto per chi sognava le spiagge portoghesi dopo la pensione. Il primo ministro ha infatti specificato che le agevolazioni fiscali rimarranno valide per chi le ha già ottenute. Non è inoltre chiaro al momento se il taglio riguarderà tutte le misure relative agli stranieri o solo alcune. I dettagli saranno probabilmente annunciati il prossimo martedì 10 ottobre, quando il governo presenterà il nuovo piano finanziario.

Meta di residenza favorita per oltre mezzo milione di stranieri, il Portogallo è stato classificato come il migliore posto nel mondo dove andare a vivere dopo la pensione secondo il Global Retirement Index, (Indice globale sul pensionamento) della società di investimenti Natixis Investment Managers and CoreData, che tiene conto del rapporto tra costo della vita, sanità pubblica e accesso ai servizi di ogni Paese. Seguono Messico e Panama mentre l’Italia è al nono posto. Attualmente in Portogallo sono oltre 7mila gli italiani pensionati tra i 60 e i 65 anni residenti nel Paese. Nel 2017 erano meno di un migliaio.