Economia & Lobby

La top ten dei rincari. In vetta olio di oliva (+ 42% in un anno), zucchero e patate. Ma ora arriva il patto anti inflazione

Le flebili speranze di attenuare l’impatto dei rincari sulle famiglie sono affidate ad un patto anti inflazione siglato dl governo con alcune catene di supermercati. Meglio non farsi illusioni, i produttori non vi partecipano, gli sconti sono facoltativi e si applicheranno, nei prossimi tre mesi, a prodotti che hanno ormai già subito forti rincari. I buoi insomma non solo sono scappati dal recinto, pascolano pasciuti e liberi nei campi. Per rendersene conto basta guardare la classifica messa a punto dall‘Unione nazionale consumatori sui maggiori aumenti registrati nell’ultimo anno. Svetta l’olio di oliva che costa oggi il 42% in più rispetto ottobre 2022. Seguono lo zucchero (+ 38%) e le patate (+ 26%). Poi si sono il riso (+ 18,4%), gli alimenti per i bimbi (+ 14,4%) e le bibite analcoliche (+ 14%). La verdura è rincarata in media del 13,9%, poco meno i succhi di frutta (+ 13.6%) e i gelati (+ 13,3%). Al decimo posto i vegetali surgelati (+ 11,9%). Si tratta di aumenti almeno doppi rispetto al dato dell’inflazione.

Nell’ultimo mese, rileva l’Unc, fortunatamente qualche prodotto a iniziato a invertire il percorso e a registrare qualche diminuzione di prezzo. In particolare i cereali per la colazione, il butto e il pesce surgelato, con flessioni tra il 2 e l’1,5%. “Il dato che conta per indicare alle famiglie se un prodotto è iniziato finalmente a diminuire di prezzo oppure no, è il dato congiunturale, ossia quello rispetto al mese precedente”, spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unc indicando che “è su quel dato che dovremo misurare gli effetti del Trimestre anti-inflazione”.