Politica

De Luca scatenato contro i test per Medicina: “Domande sulla Viennetta e sulla grattachecca. Agli autori siano date 20 frustate di bambù”

Continua l’agguerrita crociata del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca contro il numero chiuso nelle facoltà di Medicina. Nella sua consueta diretta su Facebook, il politico dem ribadisce la natura “truffaldina” e “camorristica” dei test di accesso ed esorta cittadini campani a ribellarsi: “Continueremo la nostra battaglia fino in fondo. Vi invito a esprimere la vostra protesta e il vostro disprezzo per tutte le forze politiche che non si impegnassero subito a cancellare questa vergogna. La selezione è indispensabile ma va fatta sulle materie sanitarie e non su argomenti demenziali“.

E spiega: “Col numero chiuso si relegano ai margini ragazzi che provengono da famiglie povere. E questa è una vergogna nella vergogna. Si costringono migliaia di giovani ad andare in depressione perché non si superano questi test. Se il governo e le forze politiche non cancelleranno il numero chiuso – continua – meriteranno il disprezzo dei cittadini italiani, avendo dimostrato di essere complici dell’affarismo. Dobbiamo assediare tutte le forze politiche e costringere tutti i politici a vergognarsi se non cancellano da subito il numero chiuso a Medicina. Fare la selezione su queste idiozie è un atto di infamia“.

De Luca legge poi le testimonianze di alcuni cittadini campani che gli hanno scritto circa la propria esperienza sui test per l’ingresso alla facoltà di Medicina. Il racconto è tragicomico e surreale: si va dalla domanda sul creatore della Viennetta Algida a quella in cui si chiede ai futuri medici cosa sia la grattachecca.
Il presidente campano poi si dilunga nella lettura della segnalazione di un cittadino salernitano che gli spiega dettagliatamente un altro test bizzarro capitato a uno dei suoi figli.

Il commento finale di De Luca è implacabile: “A chi ha preparato questo test io darei 20 anni di carcere subito, a prescindere. Oppure, meglio ancora, lo sottoporrei al programma rieducativo che viene adoperato dalla polizia municipale di Singapore che, come è noto- conclude – ha in dotazione una frusta di bambù utilizzata per chi viola le regole stradali o per chi getta a terra la gomma masticante. Chi ha fatto questo test dovrebbe essere sottoposto alla cura Singapore: 20 frustate di bambù sul groppone. Questo è un delinquente e frustandolo si farebbe un’opera di bene davanti al nostro Signore“.

Riceviamo e pubblichiamo:

“CISIA (Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso) è un organismo scientifico universitario che da quasi 20 anni mette la propria professionalità al servizio del sistema universitario nella realizzazione e nell’erogazione delle prove di accesso ai corsi di laurea.

Nella produzione scientifica del consorzio, nei test CISIA e in particolare nei TOLC, non vi sono quesiti “demenziali”. Ciò vale ovviamente anche per il TOLC-MED e il TOLC-VET, i test per l’accesso ai corsi di laurea magistrale di medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria delle università statali, di cui CISIA ha la responsabilità scientifica da questo anno come stabilito dal DM 1107 del 30 settembre 2022.

In riferimento alle notizie – totalmente infondate – diffuse da alcuni organi di informazione, preme comunicare che le prove TOLC-MED e TOLC-VET non contengono alcuna domanda di “cultura generale” sulla Viennetta e sul suo inventore, sulla grattachecca (peraltro quiz salito alla cronaca nel 2011 e presente in test diverso da Medicina). I TOLC non contengono tantomeno le altre domande di cui si legge su alcune testate, come “Quale di queste parole non ha nulla in comune con le altre? Sfoggiare, depennare, castità, provare, cromare”.

Più in generale CISIA precisa che i quesiti del TOLC-MED e del TOLC-VET vertono sugli argomenti elencati nei decreti ministeriali e sono predisposti da commissioni disciplinari formate da esperti delle materie oggetto d’esame, che operano con massima attenzione e professionalità”.

Segnaliamo che la notizia diffusa non è da ritenersi infondata, come stigmatizzato da Cisia, in quanto nell’articolo si riportano chiaramente le dichiarazioni di un esponente politico.