Cronaca

“Il diavolo esiste e ci entra dalle tasche”. Ecco perché Satana preoccupa Papa Francesco. Su FQ MillenniuM in edicola

Nel nuovo numero del mensile diretto da Peter Gomez, in edicola da sabato 9 settembre, inchieste e approfondimenti sulla crescente attenzione al demonio. Tra faide vaticane, nuovi complottismi, boom di di esorcismi e psicosette accusate di abusi sessuali. Vecchie superstizioni? Forse, ma ancora molto attuali

Il diavolo esiste. Parola di Papa Francesco. Anzi, parola di Gesù Cristo che nel Vangelo viene tentato più volte dal demonio nel deserto. Credere nel diavolo, dunque, è ugualmente un atto di fede. Nessuno è immune dalle sue tentazioni, neppure gli uomini di Chiesa e la stessa istituzione ecclesiale. Lo denunciò con fermezza san Paolo VI convinto che “da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”. E come non pensare alla corruzione e alla pedofilia del clero. “Quanta sporcizia c’è nella Chiesa –, dirà molti anni più tardi l’allora cardinale Joseph Ratzinger – e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!”.

Eppure, nella Chiesa è abbastanza radicato e diffuso il negazionismo sul demonio, soprattutto da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Lo denuncia spesso Bergoglio, mettendo sempre in guardia i fedeli: “Il diavolo entra dalle tasche. Si comincia con l’amore per il denaro, la fame di possedere; poi viene la vanità: ‘Ah, io sono ricco e me ne vanto’; e, alla fine, l’orgoglio e la superbia. Questo è il modo di agire del diavolo in noi. Ma la porta d’entrata sono le tasche”. Ovvero i soldi, definiti anche dal Papa “sterco del diavolo”, la corruzione e le tangenti.

Lo dice Gesù: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza”. Passo evangelico che Francesco commenta spesso: “Mi viene in mente – ho parlato di denaro – un passo del Vangelo, quando Gesù dice che non si può servire due padroni: o tu servi Dio, un Signore, o tu servi – e io mi aspettavo che dicesse: il diavolo, ma non dice ‘il diavolo’ – dice: ‘i soldi’. O tu servi Dio o tu servi i soldi. Peggio del diavolo. Dobbiamo cercare di capire cosa vuol dirci Gesù in questo: c’è un messaggio. O servi Dio, o sei servo del denaro. Non sei libero”.

Il diavolo, dunque, esiste e continua ad agire. Ma chi è il demonio? Il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica spiega che “Satana e gli altri demoni, di cui parlano la Sacra Scrittura e la tradizione della Chiesa, da angeli creati buoni da Dio, si sono trasformati in malvagi, perché, con libera e irrevocabile scelta, hanno rifiutato Dio e il suo regno, dando così origine all’inferno. Essi tentano di associare l’uomo alla loro ribellione contro Dio; ma Dio afferma in Cristo la sua sicura vittoria sul maligno”.

Il demonio, infatti, è presente fin dall’origine del mondo: nell’allegoria della Genesi viene raffigurato nel serpente che tenta con successo prima Eva e poi Adamo. Ma non bisogna confondere il male, l’odio e la violenza, frutti sicuramente del maligno, con Satana. Egli, infatti, è una realtà che agisce continuamente e che la Chiesa non si stanca di combattere soprattutto attraverso gli esorcisti, sacerdoti che ricevono questo ministero dai loro vescovi e non ministri improvvisati.

Uno di essi, sicuramente quello più noto al grande pubblico, era padre Gabriele Amorth, nato a Modena nel 1925 e scomparso nel 2016, recentemente interpretato da Russell Crowe nel film L’esorcista del Papa di Julius Avery. Già Amorth si lamentava del negazionismo ecclesiale sull’esistenza del demonio: “La Chiesa, ancora oggi, fa poco per formare nuove leve di esorcisti”. E aggiungeva: “Io paura del diavolo? È lui che deve avere paura di me: io opero nel nome del Signore. E lui è solo la scimmia di Dio”.

Una cosa è certa: il demonio odia i papi. “L’invocazione a Giovanni Paolo II – raccontava padre Amorth – ha un impatto devastante sul diavolo”. E ancora: “Benedetto XVI è temutissimo da Satana. Le sue messe, le sue benedizioni, le sue parole sono come dei potenti esorcismi”. Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset e autore di due libri di grande successo su questo tema (Il mio nome è Satana ed Esorcisti contro Satana), ha chiesto a Bergoglio un commento sulla testimonianza di una suora indemoniata. Si legge che il demonio, parlando del Papa, abbia detto: “Lo odio, parla sempre male di me. Hai visto quanti guai gli creo?”. “Non conosco personalmente il caso – ha risposto Francesco – e non posso quindi dare una valutazione. Ma è davvero possibile che io rompa le scatole al demonio, perché cerco di seguire il Signore e fare ciò che dice il Vangelo. E questo gli dà fastidio. Allo stesso tempo è contento sicuramente quando commetto qualche peccato. Lui cerca il fallimento dell’uomo, ma non ha alcuna speranza se c’è la preghiera”.

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