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Egonu e Mazzanti, destini divisi: solo uno resterà nel futuro della nazionale di volley femminile

Ne resterà soltanto uno. Nella crisi che sta travolgendo la Nazionale di pallavolo femminile, l’unica certezza è che nel futuro azzurro non ci sarà spazio sia per Davide Mazzanti che per Paola Egonu. O rimarrà il ct, oppure tornerà la stella del volley mondiale. È questo quello che emerge man mano che nel mondo della pallavolo si è sedimentata la clamorosa notizia dell’assenza di Egonu dalle convocate azzurre per il torneo di qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Una prima tappa cruciale per disegnare il futuro di una Nazionale che deve innanzitutto ritrovare se stessa. Con la partecipazione ai Giochi ancora in bilico, è impossibile tracciare una rotta. L’impressione però è che a decidere non sarà il campo. È la Federvolley, il presidente Giuseppe Manfredi, a doversi prendere la responsabilità di decidere. Una tabula rasa era evidentemente necessaria già dopo il Mondiale dello scorso anno, invece si è deciso di fare finta di nulla: i risultati ora sono sotto gli occhi di tutti.

Le voci che circolano più insistentemente riguardano un possibile cambio in panchina, da decidere nel corso dell’autunno: fuori Mazzanti, anche se gli ipotetici sostituti restano un’incognita. La Federazione ha più interesse – sia di immagine che economico – a tutelare la sua campionessa, quella Egonu che ad oggi è il volto della pallavolo non solo italiana ma mondiale. Tenerla fuori dalla Nazionale alle Olimpiadi sarebbe un clamoroso autogol. Un indizio in tal senso, riporta la Gazzetta dello Sport, è la separazione tra Mazzanti e il procuratore Marco Raguzzoni, lo stesso che continua a seguire Egonu. Il segnale di una frattura ormai insanabile. Se la Fipav opterà per la soluzione che accontenta la giocatrice, però, dovrà essere chiarito come gestire una stella che spesso ha risolto problemi in campo ma ha creato grane fuori: alcuni comportamenti che – questo viene raccontato – in passato avrebbero infastidito anche il resto dello spogliatoio. Il punto è soprattutto questo: da che parte stanno le altre giocatrici?

In un retroscena sul suo blog, il noto giornalista di volley Bruno Voloch ha rivelato – citando i racconti di una pallavolista brasiliana – che ci sarebbe una vera e propria fronda anti-Mazzanti. Non solo Egonu, quindi. Anche il libero Monica De Gennaro, la banda Caterina Bosetti e la centrale Cristina Chirichella sarebbero ai ferri corti con il ct. Non ci voleva un retroscena e nemmeno un genio per capirlo: le tre giocatrici sono le grandi escluse da Mazzanti per l’Europeo appena terminato con un deludente quarto posto. Tutte e tre sognano Parigi 2024, probabilmente la loro ultima chance di vincere le Olimpiadi. Invece si sono ritrovare fuori dal progetto.

Un progetto in cui, dopo un annetto sabbatico, è rientrata Paola Egonu. Mazzanti l’ha voluta con sé nonostante le tensioni agli ultimi Mondiali, ma poi ha scelto di tenerla in panchina. Il ct stesso ha ammesso che queste scelte siano state dette più da ragioni ambientali che tecniche: “È l’unico percorso che potevo fare perché dovevo riavere una squadra in mano. Dopo il mondiale non avevo una squadra in mano e con la federazione abbiamo pensato a una strategia, rifondare la squadra con alcuni inserimenti”, ha dichiarato al termine del match con l’Olanda che ha sancito il quarto posto delle azzurre agli Europei. La strategia però non ha funzionato: le tensioni sono cresciute sotto traccia fino alla deflagrazione di questi giorni. Adesso una delle Nazionali simbolo dello sport italiano pare in balia degli eventi. Né Mazzanti né Egonu usciranno vincitori da questa storia, ma il movimento della pallavolo merita chiarezza.