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Ustica, i familiari delle vittime: “Bene Amato, la Francia assuma responsabilità”. Parigi: “Già forniti all’Italia elementi in nostro possesso”

Fa discutere la ricostruzione della strage di Ustica affidate da Giuliano Amato a un’intervista a Repubblica, in cui l’ex premier sostiene che l’aereo DC-9 precipitato il 27 giugno 1980 durante un volo di linea da Bologna a Palermo fu distrutto per errore da un missile francese, destinato a uccidere il dittatore libico Muammar Gheddafi. Una versione che conferma la testimonianza resa nel 2007 da Francesco Cossiga – presidente emerito della Repubblica e capo del governo al momento dei fatti – sulla base della quale è stato aperto un fascicolo d’indagine da parte della procura di Roma. “Le parole di Amato sono molto importanti, ripercorre l’intera vicenda e mette insieme tutte le informazioni di cui la magistratura è già in possesso, ma le ridice con il tono giusto di chi non può accettare che nel nostro Paese si sappia che ci hanno abbattuto un aereo civile, si sappia – ce lo dice Cossiga – che sono stati i francesi e non si riesca a ottenere la dichiarazione delle loro responsabilità”, afferma all’AdnKronos Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime. “È importante, come dice Amato, che sia la politica, il nostro governo, a chiedere al governo francese finalmente di raccontare e assumersi la responsabilità dell’uccisione di 81 cittadini italiani”, ribadisce poi a RaiNews24. Nel colloquio, infatti, l’ex presidente del Consiglio ha chiesto esplicitamente al capo dello Stato transalpino Emmanuel Macron di “togliere l’onta che pesa sulla Francia”. “Non abbiamo commenti da fare”, ha risposto inizialmente il servizio stampa dell’Eliseo alla richiesta di reazioni arrivata dalle agenzie italiane. Qualche ora dopo però è intervenuto il ministero degli Esteri: “Su questa tragedia la Francia ha fornito ogni elemento in suo possesso ogni volta che le è stato chiesto, soprattutto nel quadro delle inchieste condotte dalla giustizia italiana. Restiamo ovviamente a disposizione per lavorare con l’Italia se ce lo chiederà”, fanno sapere fonti del Quai d’Orsay.

Nel pomeriggio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva commentato l’intervista con una nota ufficiale: “Quelle di Giuliano Amato su Ustica sono parole importanti che meritano attenzione. Il presidente Amato precisa però che queste parole sono frutto di personali deduzioni. Premesso che nessun atto riguardante la tragedia del DC-9 è coperto da segreto di Stato, e che nel corso dei decenni è stato svolto dall’autorità giudiziaria e dalle Commissioni parlamentari di inchiesta un lungo lavoro, chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento, e di metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti”. In mattinata, a margine del suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani aveva gettato acqua sul fuoco: Amato “è una persona che ha avuto grande importanza, ma è un privato cittadino. Bisogna fare tutti gli accertamenti necessari, essere prudenti, non entusiasmarsi e non estremizzare le posizioni. Tocca alla magistratura indagare, le relazioni tra Stati non sono legate a un’intervista”, ha affermato. Molto più netto l’altro vicepremier, il segretario leghista Matteo Salvini: “Giuliano Amato ha rilasciato dichiarazioni di inaudita gravità a proposito di Ustica: è assolutamente necessario capire se ci sono anche elementi concreti a sostegno delle sue parole. Visto il peso delle affermazioni di Amato e il suo ruolo rilevante all’epoca dei fatti, attendiamo commenti delle autorità francesi“.

“Le affermazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica aprono, dopo quarant’anni, scenari veramente inquietanti che impongono il giusto riconoscimento di quegli organi dello Stato che fin dall’inizio cercarono di ricostruire la verità dell’accaduto e le relative responsabilità. Tra questi mi pare doveroso ricordare Paolo Borsellino“, allora “a capo della Procura della Repubblica di Marsala”, ha detto invece il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli. “Borsellino portò avanti, con la consueta e riconosciuta capacità professionale e rettitudine morale, una delicatissima attività di indagine scontrandosi sovente con reticenze e depistaggi. Per tali ragioni, condividerò con l’intero Consiglio superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse”, annuncia. Un’iniziativa che però non convince i familiari delle vittime: “Non ci sono segreti. Le verità sono già tutte scritte nelle sentenze. Ciò che manca sono le risposte da parte della Francia”, dice la presidente Bonfietti. Anche il senatore del Pd Andrea De Maria sottolinea “l’importanza che si assumano iniziative verso Paesi amici dell’Italia, come Francia e Stati Uniti, e in sede Nato per avere notizie utili a fare piena luce. Chiederò di nuovo al governo, con un’interrogazione parlamentare, di attivarsi in questa direzione”, dichiara.

Ma dal centrodestra e da ambienti militari c’è anche chi critica il contenuto dell’intervista, rilanciando la tesi dell’abbattimento causato da una bomba e accusando Amato di presunte incoerenze con quanto lui stesso dichiarò deponendo come testimone nel processo per depistaggio. “Rilanciare balle cosmiche su Ustica non mi pare la cosa migliore da fare, anche perché ora gli atti che chiariscono la vicenda non sono più coperti dal segreto di Stato e tutti possono leggere le minacce dell’Olp (il movimento di liberazione palestinese, ndr) all’Italia nei giorni precedenti alla strage del Dc-9 Itavia”, dice all’AdnKronos l’ex senatore Carlo Giovanardi, sotenendo che davanti ai giudici l’ex premier “disse cose del tutto diverse”. “Quelle confessate da Giuliano Amato sono tutte fandonie che non hanno retto nel dibattimento penale nel quale è emersa incontrovertibile, perché ampiamente provata, la verità che quel velivolo è stato vittima di un attentato terroristico con una bomba a bordo“, attacca all’Ansa il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e presidente dell’Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica. Mentre Bobo Craxi, il figlio dell’ex leader socialista Bettino, contesta un altro passaggio delle dichiarazioni di Amato, quello in cui afferma che fu suo padre ad avvertire il leader libico permettendogli di scampare all’attentato: “È già scritto anche sui libri di storia che mio padre avvertì Gheddafi che lo avrebbero bombardato. Ma nel 1986”, cioè sei anni dopo la strage, nota.